Ma i liberal americani non amano la patria
Il libro ha già suscitato in Usa forti polemiche, e io mi auguro che ciò avvenga anche in Italia. Non lo si può ignorare, anche se si tenterà di farlo. Coulter ha eccellenti qualità, come la schiettezza, la spregiudicatezza, la chiarezza, la capacità di rovesciare tanti, troppi luoghi comuni. L'incipit del libro è duro e deciso: i liberal, ossia la sinistra, ossia l'élite dei democratici, hanno la predisposizione ad assumere il ruolo di traditori. Essi non amano l'America, sono sempre dalla parte dei suoi nemici. Questa tesi è sostenuta in pagine incandescenti, tuttavia documentate con citazioni e note ineccepibili. L'autrice parte da lontano, mezzo secolo fa, per smontare la leggenda nera del senatore McCarthy: qualunque cosa si creda di sapere su di lui, scrive, è menzogna. In realtà, come mostrano prove inconfutabili venute alla luce parecchi anni dopo, il senatore tanto vituperato dai liberal aveva ragione: l'amministrazione statale al tempo dei presidenti democratici era inquinata da decine di efficienti spie comuniste. Anche in politica estera i democratici mentono e falliscono. Sono favorevoli all'invio di soldati nelle zone calde, purché non siano in grado di battere il nemico; ossia i democratici perdono le guerre, e il Vietnam è la guerra più amata dalla sinistra perché l'America l'ha persa (qualcosa di simile accadde anche in Corea, quando MacArthur fu silurato per impedirgli di vincere). Persino Reagan fu ostacolato dai democratici quando, con il suo programma di «guerre stellari», riuscì a piegare l'Unione Sovietica. Allora i grandi opinionisti della sinistra previdero che quell'atto di forza sarebbe stato catastrofico, invece la «guerra fredda» fu vinta senza scontri bellici e l'Urss si disfece. Lo stesso modello si ripete nel nuovo scenario internazionale creato dal terrorismo islamico. Alla fine del 2001 la sinistra prevedeva che l'Afghanistan sarebbe stato un altro Vietnam e fu smentita, come stati smentiti i tanti, troppi amici americani di Saddam, gli stessi che all'indomani dell'eccidio delle Due Torri dimenticarono le vittime e si preoccuparono di tutelare i «diritti civili» degli islamici; e si è visto, con la strage di Madrid, quanto gli islamici siano grati di questa tutela. È un libro che tutti dovrebbero leggere, anche perché vi si rispecchiano non pochi impliciti riferimenti alla situazione italiana dell'ultimo mezzo secolo, dove, fin quando è stato possibile, la sinistra era dalla parte degli interessi sovietici (ricordate, tra l'altro, le manifestazioni di piazza contro gli euromissili?).