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HA COLLABORATO ANCHE CON BERTOLUCCI

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Dai Talking Heads all'elettronica con Eno

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Il disco del debutto contiene un piccolo classico, «Psycho killer». L'anno dopo arriva la collaborazione con Brian Eno e il secondo disco, «More songs about buildings and food», presenta un rifacimento notevole di «Take me to the river» di Al Green. «Fear of music» e «Remain in light», rispettivamente del 1979 e del 1980 sono puzzle elettronici, ancora sotto la supervisione di Eno ma carichi di lampi metropolitani molto ballabili. Al 1981 risale la prima prova solista di Byrne, «Songs from the Broadway productions of the Catherine Wheel», colonna sonora di un balletto, diretto e coreografato da Twyla Tharp. Se il doppio dal vivo del 1982 «The name of the band is Talking Heads» mostra tutta la vitalità della formazione, «Speaking in tongues» del 1983 si consacra come il lavoro più newyorchese della band. Nel 1984 il regista Jonathan Demme vuole le loro musiche per la colonna sonora di «Stop making sense», mentre «Little creatures» (1985), supera in vendite tutti gli album precedenti. Nello stesso anno arrivano «The knee plays» e la colonna sonora di «True stories». Se l'avventura dei Talking Heads si chiude con «Naked» del 1988, David Byrne continua la carriera solista con tour, film, mostre, happening da artista comportamentale e soprattutto con album di ottimo livello, fra cui la colonna sonora per il film di Bernardo Bertolucci «L'ultimo imperatore» (1987). Dar. Sal.

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