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di ALDO COSTA LA BELLA STAGIONE invita ad allungare gli itinerari.

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È la prima semifinale del Festival di cucina con cozza tarantina, la manifestazione che impegna gli chef di tutta Italia a inventare e sfornare piatti che abbiano come principale ingrediente il mitile allevato nel golfo di Taranto, una prelibata e particolare specie di cozza che dalle polle di acqua dolce che sgorgano nel Mar Piccolo del capoluogo pugliese trae un gusto più delicato. Il Festival, alla seconda edizione, quest'anno è itinerante e si svolge in varie città. La tappa ad Amantea (è la nona e avrà come cornice il Trevi Village «Le Mandrelle», seicento metri di spiaggia e un giardino di macchia mediterranea) sposa la tradizione gastronomica tarantina con quella calabrese in un matrimonio non difficile. Gli abitanti di Amantea sono da sempre pescatori. Ed è fiorente nella cittadina marinara la lavorazione e la conservazione del pesce utilizzando l'antico metodo della salatura (o marinatura). Ecco allora le acciughe sotto sale che un tempo, quando erano al punto giusto, si vendevano in tinelle di legno e ora vengono smerciate in vetro. Ecco i filetti di alici sott'olio (l'extravergine d'oliva detto «grigetto di Calabria»), ecco il tonno e le salse al profumo di mare. All'interno, a Lago - e già si vedono da lontano le cime boscose della Piccola Sila (da non mancare un'escursione sulle vette, le più verdi del sud Italia, un paesaggio che diresti alpino, tanto i boschi sono fitti - si lavorano artigianalmente i porcini della Sila e i carciofini, le melanzane e i pomodori secchi. Prelibatezze che faranno da sponda alle altre prelibatezze inventate dagli chef, capaci di cucinare le cozze tarantine col foie gras e lo scalogno, con la zucca e il purè di patate, col melone e i fiori di zucchine. Tra i cappelli bianchi in tenzone Alberto Cappella e Pino Marino dell'Hotel Dora (Isernia), Natale Langella del Villa Signorini e Salvatore Certo del Grand Hotel Vesuvio (Napoli), Antonio Rotondaro del Grand Hotel San Pietro (Palinuro).

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