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La rivoluzione dei palinsesti non sempre è vincente

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Martedì sera il telespettatore in attesa del consueto appuntamento con «Ballarò», sulla terza rete, si è invece trovato di fronte ad Andrea Vianello e ad una puntata, per altro interessante, ben curata nella ricostruzione storica, di «Enigma», dedicata al rapimento di Aldo Moro, avvenuto il 16 marzo del 1978. La messa in onda di «Enigma» era stata preceduta da un susseguirsi di conferme e smentite avvenute tramite botta e risposta tra il direttore generale Cattaneo, che propendeva per la puntata sul caso Moro, ed il responsabile di Raitre Paolo Ruffini al quale sembrava più adatto un ulteriore appuntamento con l'informazione di «Ballarò» sugli attentati di Madrid all'indomani delle elezioni spagnole. Poiché l'iter che spinge alla variazione dei palinsesti viene deciso dai responsabili di rete, il pubblico nazional popolare della Tv generalista ne viene a conoscenza non dai settimanali specializzati sulla Tv, oramai impossibilitati a garantire la puntualità degli appuntamenti, ma da spot televisivi spesso a ridosso della messa in onda. È accaduto anche con «Carabinieri 3», la fiction di Canale 5 che dallo scorso febbraio ha subito una serie di spostamenti di date, fino a scontrarsi, martedì sera, con «Amanti e segreti» di Raiuno e restarne schiacciata. A danneggiare la lunga serie di Canale 5 è stato proprio l'esordio deciso all'improvviso nella speranza di un consolidamento dell'audience. Che invece non c'è stato perché la fiction, nel giro di una settimana ha perso pubblico, passando da 6.500.000 spettatori del passato, ai 5.882.000 di martedì scorso. Mar. Cat.

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