di CARMEN GUADALAXARA LA VITTORIA al Festival di Sanremo con il brano «Uomo volante» per ...
L'artista toscano, dimenticati rancori e rabbia, nel momento del trionfo ha voluto ricordare, dedicando a loro la vittoria, sua madre Anna e Mia Martini, che non riuscì a reagire alle maldicenze sul suo conto (anche di lei si diceva che portasse sfortuna). «Mia madre è stata la prima a credere in me a spingermi a coltivare la mia passione per la musica, a dirmi di non arrendermi. In me vedeva realizzate le sue aspirazioni. Mamma aveva una voce stupenda, il suo sogno era salire sul palco. Ma per la famiglia ha rinunciato ed è diventata una maestra d'asilo. Durante il festival, mentre mi esibivo l'ho sentita vicina. Porto sempre con me una foto, in cui sorride. Mi piace ricordarla così». Con queste parole Marco Masini, che tra l'altro confessa che per le tensioni della kermesse ha ripreso a fumare, ha presentato la sua tourneè il cui debutto è fissato il 22 all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Il concerto sarà replicato anche il giorno successivo e le due date sono già sould out. «Non vedo l'ora di tornare davanti al publico - racconta Masini - . Il concerto è l'unico momento originale della musica. Credo che la dimensione live sia il futuro indistruttibile della musica. Ho scelto Roma, per il debutto, perché i romani hanno dimostrato un affetto, un calore che la mia città Firenze, non ha saputo trasmettermi». Masini ha deciso di avere accanto a sè Andrè, il sedicenne in gara a Sanremo con il brano «Il nostro amore», che aprirà il concerto. «Io mi butto sulle mamme e lui sulle figliole - afferma sorridendo. Ho voluto Marco (questo il vero nome di Andrè ) perchè con la sua famiglia mi segue da sempre». «Pensate - aggiunge - che a tre anni fischiettava "Disperato"». Questa tourneè segna anche un cambiamento emotivo nel cantante che ammette. «Negli ultimi anni sentivo l'onnipotenza di aver venduto milioni di dischi. L'esilio volontario mi ha fatto ritrovare la forza di affrontare il pubblico di far trasparire le proprie emozioni qualunque esse siano. Vedete la differenza con Mia Martini è anche questa: lei è scomparsa senza denunciare le angherie ricevute, io ho avuto il coraggio di farlo, di perdonare e di trovare nuovi stimoli per andare avanti». Per questo, tra l'altro, - aggiunge Masini - ho scelto una dimensione più intima, come quella teatrale che ti permette di guardare in faccia i tuoi fan». Ottimista? «Si molto. Credo in una specie di Dio interiore, perché è difficile aiutare questo mondo a far pace con se stesso. Quando vuoi un figlio, ti auguri che faccia parte di un'umanità meno triste e crudele. Voglio diventare padre come affermo in "Uomo volante" perché la paternità è uno stato che ti fa maturare, e ti costringe a guardarti dentro. Credo che un figlio sia un grande specchio». «Purtroppo questo mio desiderio - continua - è maturato ultimamente perché il mio mestiere, bene o male, fa rimanere giovani. È un mestiere zingaro, ma alla fine ti vuoi fermare davanti alle responsabilità. Mi piacerebbe davvero insegnare a un bambino; a mio figlio».