L'obiettivo di Hupka ricrea «La Pietà»
È quel che sta accadendo e ancor più accadrà nei prossimi giorni intorno a due eventi, pur diversissimi, che affrontano temi drammaticamente cristologici, quello della Passione e quello della Pietà. Domani si inaugurerà infatti a Roma, nel Braccio di Carlomagno in Vaticano, la mostra che presenta le fotografie di Robert Hupka, uniche nel loro genere, dedicate alla Pietà di Michelangelo scolpita fra il 1499 e il 1500 e custodita nella Basilica di San Pietro. E poi, il 7 aprile, in prossimità della Pasqua, uscirà nei cinema italiani «La Passione di Cristo» diretto da Gibson. I due eventi sono accomunati anche dal fatto di proporre punti di vista inconsueti e probabilmente irripetibili. Robert Hupka, fotografo viennese scomparso a New York nel 2001, è stato l'unico a scattare migliaia di fotografie (a colori e in bianco e nero, con diverse macchine fotografiche e luci) al capolavoro di Michelangelo, in occasione dell'Esposizione Universale di New York del 1964, quando la scultura era presentata nel Padiglione Vaticano. Hupka per sua natura era portato all'ossessione creativa, alla «passione» prolungata nel tempo per un soggetto prediletto: dopo aver scattato nel corso di vent'anni 1200 fotografie ad Arturo Toscanini, mitico direttore d'orchestra, scoprì la «Pietà» di Michelangelo a New York e la lasciò soltanto, come ha ricordato lui stesso, «quando la nave che riportava la statua in Italia non scomparve ai mei occhi». Dalle fotografie di Hupka che hanno finora girato mezza Europa (da Czestochowa a Parigi, da Vienna a Madrid) emergono mille anime possibili della «Pietà». La Vergine e suo Figlio morto tenuto amorevolmente sulle ginocchia sono fotografati nei particolari più reconditi, ci appaiono sempre diversi e talvolta quasi fatti di carne palpitante invece che scolpiti in uno solo blocco di marmo. Come ha scritto Argan a proposito della «Pietà» michelangiolesca «"la Madonna tiene in grembo Cristo morto, come se fosse un bambino dormente; ed è giovane, come quando Cristo era bambino. Forse la statua vuol essere proprio questo: una visione o, piuttosto, la previsione o prefigurazione che la Vergine ha della passione del Figlio». La mostra sarà allestita con un impianto scenografico, in uno spazio completamente buio, con più di cento faretti che illumineranno le immagini nella loro qualità di visioni. Ma sarà importante non esagerare negli effetti, per non snaturare la «verità» spirituale di questi scatti. Prima o dopo la visita alla mostra gli spettatori potranno andare nella vicina Basilica di San Pietro per contemplare dal vivo la «Pietà» di Michelangelo, ma la vedranno da lontano e imperfettamente, protetta com'è da un vetro antiproiettile. E sarà questa l'occasione per riflettere sul rapporto tra riproduzione fotografica e opera originale.