MILANO — Tre minuti di silenzio nel cortile d'ingresso della sede Armani, in via Borgonuovo a Milano, ...
«È un lavoro dove si parla molto di odio, di durezza e freddezza. Ma si parla anche d'amore. Oggi il mondo è amore e odio, violenza e fame» dice Cortes, che ha voluto incontrare la stampa prima dell'esordio sul palco, anche per spiegare il suo stato d'animo. Cortes si dice molto ferito dalla tragedia del suo Paese: «Tutta la Spagna è nel dolore, ma è viva la speranza che il mondo possa cambiare. Una delle esplosioni - ha raccontato - era vicinissima a casa mia, l'ho sentita in modo molto forte. Tutta la nostra compagnia è stata male. Molti dei ballerini prendono il treno e alcuni di loro non arrivavano all'appuntamento per le prove, ci sono stati dei momenti terribili. Non ci sono parole per descrivere quello che è successo a Madrid». «Una vicenda cocente, disperante, dolorosa. Siamo molto vicini al popolo spagnolo. Mi ha colpito - ha detto Armani - la grande mobilitazione degli spagnoli, incuranti perfino del rischio. Se ne sono fregati altamente e sono scesi in piazza. Avrei voluto poter essere anch'io lì, con la mia fiaccoletta in mano». Ieri sera, dunque con la tristezza nel cuore, la compagnia di Cortes (composta composta oltre che da Joaquín da Juan Carlos Lérida, da venti danzatori, tredici donne e sette uomini, accompagnati da un ensemble di tre musicisti e da due voci) ha affrontato per la prima volta il giudizio del pubblico. I costumi del guardaroba - tutto Armani - sono caratterizzati dai colori forti, spesso a contrasto. Lungo e blu il kimono creato per Cortés in opposizione al lungo e chiaro abito di Lérida. Per le ballerine piccoli top abbinati ad ampie gonne che riprendono tutta la gamma dei colori della natura, dal rosso fragola al verde muschio; abiti candidi per gli «angeli» e uniformi da soldato per i ballerini che «combattono il male». Abiti coloratissimi per il coinvolgente finale. Il primo incontro tra Armani e Cortés risale al 1995 in occasione del suo primo spettacolo in Italia. Da allora i due hanno lavorato insieme per i costumi di tutte le produzioni di «Passione Gitana» nei 5 anni di tour mondiale, e nel 1999 per «Soul», lo spettacolo caratterizzato dall'unione di gospel, classico, soul, salsa e flamenco. «Per me Giorgio Armani è come un padrino, da quando l'ho conosciuto più di dieci anni fa. Per "L'amore e l'odio" ha fatto dei costumi bellissimi», ha detto Cortes. (A fianco un bozzetto di Armani per lo spettacolo di Cortes. A destra lo stilista e il ballerino durante i tre minuti di silenzio)