Marano si ribella e manda in onda il suo «Bisturi»
La dura protesta del direttore Antonio Marano, che si era visto smontare il programma per la seconda volta, in una situazione di palinsesto già non troppo facile, ha dato i suoi frutti. Il programma è stato trasmesso ma senza la pillola-traino in prime time ed evitando quindi esasperazioni. Dopo una prima lettera inviata da Cattaneo un mese fa al direttore di rete (in cui lo invitava a «rivedere» il programma), martedì sera, il Cda Rai, prendendo spunto dalle proteste suscitate dall'operazione di un transessuale a «Bisturi» e dalle osservazioni critiche della presidente, aveva votato all'unanimità una delibera in cui invitava il direttore generale Flavio Cattaneo a controllare che la programmazione della Rai evitasse «questo tipo di sensazionalismi». Così Cattaneo gli aveva inviato una seconda lettera, invitandolo a non mandare in onda la trasmisisone. Marano, di fronte alla possibilità di fine prematura del programma, si è infuriato. Però non ha mollato e pare abbia iniziato una trattativa con la direzione generale (l'Annunziata era contraria) basata da un lato sull'orario di messa in onda (le 23.35, non in fascia protetta, al contrario di «Bisturi») dall'altro sull'impaginazione, la cifra stilistica e il linguaggio non «sensazionalistico» della trasmissione statunitense. Da un parte quindi Marano afferma di essersi «accordato» con il dg, ma dall'altra sembra invece che abbia mandato in onda «Belli per sempre» solo sotto la sua personale responsabilità di direttore. Così se scoppierà nuovamente il caso, sarà comunque colpa sua.