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«Giusto vedere questa pellicola Il suo maggior pregio è che riesce a far discutere»

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«Si tratta di un film molto complesso», spiega a «Il Tempo» Veltroni, che ha visto mercoledì sera la pellicola nel corso di un'anteprima ad inviti in una saletta di proiezione privata in via Margutta. «Faccio fatica a dare un vero e proprio giudizio ma vedere questo film è un'esperienza che bisogna fare - continua Veltroni - In primo luogo perché il film, e questo è il suo lato positivo, è opera che suscita la discussione, dunque fa bene. Il secondo aspetto, invece, e si tratta della parte indubbiamente peggiore, è che abbia offeso la sensibilità degli ebrei con certi stereotipi che si sentono, si avvertono, e diventano molto pericolosi, facendoci tornare indietro. Ritengo che il film, comunque, abbia una forte necessità di essere metabolizzato e che, solo dopo una accurata riflessione, possa emergere quella storicità che permette di rimettere le cose un po' a posto, riconsegnando gli ebrei ad un diverso ruolo». «La pellicola - ha concluso Veltroni - fa discutere anche per altri motivi. Innanzitutto perchè ha una sua potenza evocativa indiscutibile. Poi per una fisicità inquietante, in quel suo presentare la figura di Cristo uomo. Insomma, è un film che continuerà ad aprire non una ma innumerevoli discussioni e questo, possiamo dirlo senza alcun dubbio, sarà il suo lato più positivo». La pensano in modo completamente opposto gli ebrei romani. Tra l'altro il rabbino capo di Roma, Di Segni, ammonisce: «Prendiamo atto con dolore che un fenomeno di massa di questo tipo riporta indietro di quarant'anni i rapporti tra ebrei e cristiani».

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