«Penelope è la nuova Giulietta Masina»
Parole di chi, la bellissima spagnola ha «ridotto» a una derelitta. Imbruttita, svilita in abiti logori, violentata nel corpo e nell'anima. Sergio Castellitto, nel suo film tratto dal libro della moglie Margaret Mazzantini «Non ti muovere», la Cruz l'ha voluta così. Lei, diva glam richiestissima, lei che ha preso il posto di Nicole Kidman nel cuore di Tom Cruise, si è calata perfettamente nei panni di Italia, la protagonista del best seller vincitore del premio Strega 2002. E ne è uscita una donna e un'attrice diversa. Riuscendo a trasmettere tutte le passioni e il dolore di una giovane ai margini della società, chiusa nella sua baracca di periferia, che vive l'impossibile e struggente storia d'amore con Timoteo (Sergio Castellitto), un affermato chirurgo con una bella moglie (Elsa interpretata da Claudia Gerini), una bella casa e una vita fatta di codardia. «Recito da quando avevo 14 anni - spiega Penelope a Roma per presentare il film in uscita nelle sale venerdì - e questo film mi ha reso migliore. Mi sento di dire che un'esperienza così bella non mi capiterà più. L'emozione che ho provato recitando con Castellitto l'ho vissuta solo con Almodovar e con Bigas Luna. Ho letto il libro di Margaret in tre ore, mentre viaggiavo in aereo da Madrid a Los Angeles e ho pianto tutto il tempo. Quando ho incontrato Sergio ho provato una sensazione strana, c'era una magia nell'aria. Così ho deciso subito di accettare la parte». I denti ingialliti, il trucco sfatto, i capelli spettinati e striati di improbabili meches biondo platino, barcollante sui tacchi troppo alti la Cruz non crede che la sua trasformazione sia stata un atto di coraggio. «È un luogo comune - dice - pensare che il talento si riveli di più nella bruttezza. Per me Italia è una regina e non ho fatto altro che mettermi al suo servizio». Abbandonata nelle mani sapienti del regista, Penelope ha posto una sola condizione: non essere doppiata. E ha stupito ancora recitando senza alcuna inflessione spagnola. «Potrebbe insegnare dizione a molte attrici...», chiosa Castellitto letteralmente ammaliato dalla bruna ispanica. Tanto felice della riuscita scenica di Italia da dimenticare, quasi, la presenza di Claudia Gerini, lì al suo fianco per parlare del film. Solo poche parole per la bionda attrice nostrana che tra due mesi partorirà una bambina e che vedremo presto sul grande schermo nel film di Mel Gibson «La passione di Cristo». «Claudia ha dimostrato di essere un'attrice completa e di avere un grande talento drammatico», il complimento del regista. E la Gerini risponde sulla falsariga della collega: «Questo film per me è stata un'occasione unica. È arrivato in un momento in cui ero pronta a voltare pagina. "Non ti muovere" è stato il pretesto per salire un gradino». Sta lì al centro Castellitto, tra le sue due «creature». E gongola. Perché è riuscito a far esprimere a Claudia e a Penelope il meglio di sè. E anche perché in questo film ha messo tanto anche di sè stesso. «Alla fine ho realizzato quello che volevo senza alcun condizionamento. Ma per riuscirci ho dovuto smascherarmi. Timoteo rinuncia all'amore per viltà e perché ha troppa fiducia in se stesso. Ma non è diverso dagli uomini di oggi che, non sentendosi più obbligati a mostrarsi forti, preferiscono essere educatamente vigliacchi. "Non ti muovere" non è solo una storia di occasioni mancate ma anche di redenzione. Prima però è necessario tornare a immergersi nel fango e a fare i conti con il passato». Un percorso vissuto nel dolore e che fa uscire il pubblico dalla sala con gli occhi lucidi.