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MILANO — «L'uomo con la gonna, non è nè una provocazione, nè un'affermazione estemporanea.

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La festa della donna e soprattutto i moltissimi scozzesi in kilt presenti nei giorni scorsi a Roma in occasione della partita di rugby del «Sei Nazioni», hanno dato lo spunto a Luciano Grella, presidente nazionale dei sarti e degli stilisti di Confartigianato di rilanciare un progetto antico quanto singolare. «È sufficiente pensare agli egiziani, ai greci, ai romani, agli assiri per capire come la gonna potrebbe diventare un capo d'abbigliamento fruibile anche per l'uomo - afferma Grella - Un progetto, che ho proposto anche al Congresso Mondiale della Moda di Barcellona nel 1987 e più recentemente in altre sedi, e che non deve essere valutato come un'opportunità per l'uomo di sentirsi donna, ma solo ed esclusivamente in chiave sartoriale. In una logica di una moda che si evolve e che, per comodità o per gusto, può prevedere l'uomo con la gonna, proprio come negli anni trenta quando la donna si infilava i primi pantaloni "pigiama-palazzo" per recarsi sulle spiagge dei nostri mari». Ma la proposta di Grella mira anche e soprattutto a portare l'attenzione delle istituzioni e degli operatori del settore ad un problema che per la Confartigianato è quanto mai d' attualità: «Nel nostro Paese - conclude Grella - se un'idea è portata avanti dal sistema delle piccole imprese non riesce a decollare e soprattutto fatica a trovare i supporti economici e strutturali che invece si ottengono, per esempio in Francia o in Germania. In pratica, se l'idea dell'uomo in gonna viene intrapresa con decisione da una griffe internazionale può diventare trendy, se è sostenuta da un singolo sarto o da una piccola impresa ha pochissime speranze di diventare realtà. Credo sia arrivato il momento di invertire la rotta».

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