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La figlia potrà vendere l'Oscar di Orson Welles

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Da oggi non più. Il cinema italiano negli ultimi tempi ha deciso di occuparsi di loro. Ansie, paure, primi approcci sessuali, l'amore, la famiglia, gli amici, tutto un mondo da scoprire e raccontare. Un filone creato per conquistare probabilmente una consistente ed appetibile fetta di mercato da molti anni trascurata, quella dei giovanissimi. Dopo «Che ne sarà di noi» scritto dalla neo coppia Veronesi-Muccino, in questi giorni nelle sale, da domani approderà sui grandi schermi italiani «Tre metri sopra il cielo», interpretato da Riccardo Scamarcio (il nipote di Lo Cascio ne «La meglio gioventù») e Katy Louise Saunders (la Morante da giovane ne «Un viaggio chiamato amore»). Pellicola diretta dall'esordiente Luca Lucini, uno dei più quotati registi pubblicitari in Italia nonchè dei videoclip di alcune delle star più seguite come Alexia ed Irene Grandi. Lucini, il film è tratto dal libro cult di Federico Moccia, famoso autore televisivo, tra l'altro anche di Bonolis, che lo scrisse nel '92. Perchè la decisione di farne un film? «Occorre prima dire che il libro all'epoca uscì in pochissime copie e riscosse un enorme successo tra i teenager romani, che se lo passavano anche in fotocopia. Dallo scorso 26 febbraio è comunque di nuovo nelle librerie. Quando me l'hanno proposto mi ha subito conquistato. Parlava di un mondo che il cinema spesso ignora. Lavorando con i ragazzi poi mi sono accorto che sono migliori di come vengono descritti oggi, sciocchi e superficiali». La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Moccia con Teresa Ciabatti. Cosa hanno conservato del testo originale? «La storia d'amore tra i due ragazzi, Step e Babi. Lui un ragazzo irrequieto e violento a causa dei conflitti con la madre, lei studentessa modello e di buona famiglia. Abbiamo eliminato i retroscena sociologici, i riferimenti espliciti al quel periodo storico. Girato a Roma, in gran parte all'istituto Malpighi a Monteverde, cercando di non romanizzarlo troppo. Volevamo costruire una favola universale, dove tutti si potessero riconoscere. Dando molta importanza ad esempio alla loro "prima volta", con tutte le preoccupazioni e le ansie che possono vivere due adolescenti». Come definirebbe il film? «Leggero, ma capace di far riflettere». Avete cercato il romanticismo anche attraverso i commenti musicali di Tiziano Ferro e Le Vibrazioni? «Credo che i giovani di oggi abbiamo una voglia matta di tenerezza, lo si capisce dalla musica che ascoltano e dagli sms che si scrivono, per questo ho scelto questi artisti. C'è anche una sorta di voce narrante, quella del dj Bus, speaker radiofonico che a volte sembra commentare alcune situazioni del film».

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