Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Kevin reinventa il western classico

default_image

  • a
  • a
  • a

NONOSTANTE Kevin Costner attore e regista non è «Balla coi lupi». È un western classico, come si realizzavano a Hollywood fino a dieci anni fa («Gli spietati» di Clint Eastwood, 1992). L'unica novità, però accennata di sfuggita, è che l'azione, anzichè durante le guerre indiane, si colloca in quel periodo abbastanza indicativa in cui i pionieri d'una volta, non più cowboys, avevano cominciato a possedere delle terre, pronti a difenderle con le unghie e coi denti. Qui, però, dei cowboys ce ne sono ancora, intenti a pascolare le loro mandrie nei liberi territori del West. Sono quattro, uno già abbastanza anziano, interpretato da Robert Duvall, uno un po' più giovane e legato a lui da un affetto quasi filiale (Kevin Costner), un terzo grande e grosso (Abraham Benrubi) e un quarto, invece, che, in mezzo agli altri, sembra quasi un ragazzino (il messicano Diego Luna). Di pascolo in pascolo arrivano fino a una cittadina che è dominata da un truce proprietario terriero (l'attore inglese Michael Gambon), pronto a servirsi dell'ossequiosa complicità dello sceriffo (James Russo) per fare in lungo e in largo i propri comodi imponendo con la forza, anche a chi non vorrebbe subirla, la propria legge. Naturalmente i quattro si scontrano subito con lui, con i suoi tanti scherani e con lo sceriffo e, nonostante la loro inferiorità numerica, hanno gloriosamente la meglio. Nei western classici i «buoni» trionfano sempre sui «cattivi». Coronando spesso anche qualche relazione sentimentale. Come, alla fine, farà proprio Kevin Costner con una fanciulla che ha fatto interpretare, in modo un po' sdolcinato, da Annette Bening. Il repertorio western è esibito senza risparmio: le mandrie, le sparatorie, i confronti faccia a faccia (come in tanti, celebri film di tipo analogo) e naturalmente i panorami vastissimi anche con un po' di Montagne Rocciose che però sono quelle canadesi.

Dai blog