Cattaneo sogna Celentano direttore
Tutti gli altri cambieranno. Anche Sanremo 2005 per Cattaneo dovrà segnare una svolta epocale. Il direttore generale della Rai punta, per l'anno prossimo, su un altro «festival delle sorprese». È quasi certo che a vincere sarà l'ipotesi Fiorello mattatore con la produzione affidata alla ditta Bibi Ballandi e Giampiero Solari come regista. Ma ci potrebbe essere qualche variazione di rango. Come una direzione artistica d'eccezione firmata Adriano Celentano. Il che vorrebbe dire anche ospiti internazionali in fila fuori dalla porta e artisti di prim'ordine. Qualcun altro vedrebbe invece Bonolis conduttore in coppia con Fiorello. Ma l'ipotesi è meno convincente. Sia chiaro: Cattaneo pensa al cambiamento totale (insieme al direttore Fabrizio Del Noce, che però potrebbe già trovarsi a presiedere la Rai Corporation di New York in quel periodo) non perché insoddisfatto di questo Festival appena concluso (con una finale che ha ottenuto 300 mila spettatori in più rispetto allo scorso anno), anzi. È proprio alla luce dell'esperienza fuori dagli schemi di un festival che verrà ricordato per Umberto Bossi che intona «Maruzzella» e un Tony Renis ballerino accompagnato da Celentano, che il direttore generale pensa di voler stravolgere di nuovo tutto e cambiare rotta. Magari ricucendo anche i rapporti con le case discografiche... Ormai chi lo ferma più Cattaneo? Dopo che è riuscito a far decollare la finale con la sorpresa da uovo di Pasqua Celentano e dopo che con la sua presenza in prima fila con la moglie, tre sere su cinque, ha portato fortuna al Festival facendo salire gli ascolti. Altro che Sanremo. Se replica l'anno prossimo si chiamerà Sanflavio. Una vera missione per lui il Festival. Lo aveva annunciato fin dall'inizio: «Ci sarò molto». Detto fatto: per tre sere su cinque ha studiato, controllato e aggiustato, per ore, la scaletta delle puntate insieme a Simona Ventura anche se, poi, per evitare giornalisti e chiacchiere ha preferito alloggiare in un albergo fuori Sanremo. E pensare che ha dovuto ingoiare amaro in questi giorni festivalieri. Tutti hanno sparato a zero sul festival. Dai politicanti di sinistra agli esultanti del partito Mediaset che saltavano dalla sedia vedendo trionfare il «Grande fratello» e persino l'Usigrai ha tuonato contro Sanremo. E non dimentichiamo Lucia Annunziata che, per partito preso, non si è fatta vedere al Festival, ma forse per fedeltà al bipolarismo ha stretto un patto con la più progressista Simona Ventura telefonandole tutti i giorni e rassicurandola con un «resisti Simona, resisti». Nonostante questo clima d'inferno. Il carrozzone Sanremo, capitanato da Tony Renis, ce l'ha fatta. Senza star, senza discografici e con il trenta per cento in meno del budget. Per questo e tanto altro ancora, l'anno prossimo sarà tutto un altro Festival.