di CARMEN GUADALAXARA «NON HO bisogno della papaya come Simona Ventura.
All'urlo di «Viva l'italia» con la complicità di uno share pari al 57% durante la sua esibizione, Mino Reitano (nella foto con il ministro Bossi) è il vincitore, non in gara, della 54esima edizione del Festival della Canzone Italiana. «La standing ovation - racconta Reitano - del pubblico in sal è stata la cosa piu bella della mia vita». Il cantante non trattiene l'emozione e si fa scappare che il direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, gli ha telefonato per complimentarsi. «Negli ultimi anni - mi ha detto - non c'era mai stato uno share così alto nel festival». L'artista calabrese con la sua canzone patriottica «Italia» ancora una volta ha ipnotizzato la penisola così come accadde nel '88 quando la schedina Totip segnò un milione di voti. «Hanno sbagliato a portare soltanto i giovani. L'auditel ha dimostrato che portare sei o sette big non avrebbe fatto male a Sanremo. I giovani hanno i loro programmi per proporsi. E poi chi l'ha detto che uno esclude l'altro? C'è posto per tutti». Reitano è prodigo di complimenti nei confronti dei colleghi che lo hanno accompagnato in questa avventura: «Con me sono stati premiati anche quei cantanti come Al Bano, Marcella Bella, Bobby Solo che non hanno voltato le spalle al Festival». Un Reitano cosi "impunito" non si è mai visto. «Renis mi ha telefonato dicendomi "Io ti voglio ma non in gara perchè, quest'anno la linea editoriale è un'altra". E io ho risposto: "Obbedisco"». L'espressione del cantante si intristisce repentinamente pensando al futuro del Festival. «Ho debuttato nel 1967 l'anno del suicidio di Luigi Tenco con una canzone scritta da Lucio Battisti "Non prego per me". Sanremo è un patrimonio di tutti e noi siamo i protagonisti. Se arriva un cantante di 80 anni, con una bella canzone e una bella melodia ha il diritto di cantare». Il risultato della classifica rispecchia i pronostici di Reitano. «Rosini, Linda, Bungaro hanno delle voci bellissime. Ma il mio preferito resta Marco Masini. Ha sofferto molto perche il mondo gli ha fatto del male con le sue calugne. La povera Mia Martini l'hanno fatta morire così». Anche Reitano ha conosciuto momenti bui ma ricorda con grande tenerezza i consigli preziosi di Adriano Celentano e Gianni Morandi. «Non mi hanno mai abbandonato». E poi le parole piu belle le spende per la moglie Patrizia. «Mi ha aiutato a crescere. Vengo da una famiglia umile. Non potevo studiare. Dovevo lavorare. Lei è laureata mi ha insegnato molto. È una donna che non ama stare sotto i riflettori. Mi accompagna dietro le quinte fianco a fianco fino a quando canto: "Questo è vero amore"».