di MARIDA CATERINI LA DIFFERENZA tra prodotti di cinema e fiction è sempre stata individuata ...
Il dogma della minore utilizzazione di serie e miniserie televisive, alla luce di recenti, nuovi eventi, viene scardinato nelle sue tesi precostituite. La conseguenza è rendere maggiormente fruibile la fiction per il piccolo schermo e di utilizzarla, come motore principale per i palinsesti televisivi, non solo in estate per far fronte alla minore produttività, ma soprattutto in occasione di grandi eventi da contrastare. E che questa strategia paghi ha avuto un'ulteriore conferma, prepotente, con la replica, l'altro ieri, di «Elisa di Rivombrosa» che ha contribuito a strappare ascoltatori alla seconda serata del Festival di Sanremo. L'unica puntata comprensiva, nelle linee essenziali, dei dodici appuntamenti succedutisi su Canale 5 dallo scorso 17 dicembre, ha lasciato subito intravedere un lavoro di montaggio superficiale e frettoloso che ne rendeva possibile la comprensione soltanto a telespettatori con conoscenza degli avvenimenti. Eppure ha catturato 5.887.000 irriducibili nostalgici. La fatidica rima «amore e cuore» si è dimostrata più efficace nel sentimento tra Elisa ed il conte Ristori che non nelle canzonette sanremesi. La fiction di Cinzia TH Torrini ha mostrato, in fatto di ascolti, di saper tirare fuori le unghie. La bontà dell'intuizione di rendere la fiction replicabile ha dei precedenti illustri. Serie come «Il maresciallo Rocca», «Un medico in famiglia», «Commesse», «Linda ed il brigadiere», anche in replica, hanno fornito credibilità a palinsesti carenti di linee qualitative. Ed «Il Commissario Montalbano» di Luca Zingaretti si è concesso il lusso, nelle ultime domeniche, proprio contro «Elisa di Rivombrosa» di catturare cinque milioni di spettatori alla terza replica televisiva. Medesimo positivo impatto sul pubblico è stato registrato alla seconda messa in onda delle due miniserie di Raiuno e Canale 5 rispettivamente su Padre Pio e Papa Giovanni XXIII e del San Francesco d'Assisi interpretato da Raoul Bova per la principale rete Mediaset. Prodotti, questi ultimi, a cui le reti hanno affidato, nella stagione ancora in corso, veri compiti di controprogrammazione. La replicabilità della fiction televisiva trova un'ulteriore conferma nella nuova direttiva delle emittenti Mediaset: un prodotto, dopo aver esordito con successo su Canale 5, viene riproposto su Italia uno oppure su Retequattro in modo da servire da traino per i sequel di imminente programmazione. È il caso di due serie fondamentali per il polo televisivo commerciale: «Distretto di polizia» viene ritrasmesso a metà agosto su Italia uno in attesa delle nuove puntate che iniziano tradizionalmente a settembre su Canale 5, mentre di «Carabinieri» la terza parte è andata recentemente in onda su Retequattro per preparare il pubblico al quarto seguito previsto per martedì prossimo sulla principale emittente Mediaset. Il gradimento di pubblico della fiction, anche ai successivi passaggi in video si è sempre tenuto in linea con gli obbiettivi delle reti ospitanti. I motivi dell'attenzione riservata dalla platea televisiva alla fiction in replica sono, solo in parte, i medesimi che giustificano gli alti indici di ascolto dei classici cinematografici all'ennesimo passaggio in Tv. Prodotti come «Elisa di Rivombrosa» ed «Orgoglio», di cui già Raiuno manda in replica al lunedì pomeriggio la puntata della sera precedente, rappresentano, al pari di «Via col vento» o della più moderna «Pretty woman», nell'immaginario del pubblico televisivo, l'esigenza di esorcizzare lo scadimento di valori della società e l'inquietante insoddisfazione del reale, attraverso un grande sogno d'amore vissuto virtualmente. Un altro aspetto della fiction televisiva, invece, mira alla riscoperta delle origini storiche comuni ed alle tematiche religiose, spesso intrise da atmosfere da commedia come «Don Matteo». Ed è la dimostrazione di due nuove forti esigenze di cui si fa interprete il pubblico nazional popolare della Tv generalista: il riappropiarsi della memoria storica