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Vizi infernali nel nome di Gesù

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Vizi infernali! Amanti e figli! Come i Borgia anche altri pontefici hanno avuto storie inconfessabili, e come loro sono stati simoniaci. La condotta di Rodrigo Borgia, per quell'epoca, poteva rientrare nella norma? Durante il conclave, il futuro Alessandro VI, che appariva il meno papabile, riuscì con l'astuzia e con il denaro, a corrompere i porporati e a raggiungere l'agognato soglio pontificio. Ai suoi elettori egli assicurava vantaggi politici e grandi ricompense, tra palazzi, castelli, abbazie, legazioni, vescovadi, prebende e ogni altro beneficio. Se era scandaloso il papa, non meno scandalosi erano coloro che lo eleggevano attraverso tali vie. Nell'animo dei Borgia mancava la vocazione. Un tale stato d'animo non ha mai lambito per un istante le loro menti. Per i Borgia la religione, più che un credo, era uno scudo con il quale si proteggevano nella loro inarrestabile ascesa al potere: uno scudo per difendersi, e una spada per colpire. Spicca Cesare Borgia, detto il Valentino. Per sete di potere egli non esitò a uccidere a tradimento il fratello Juan, il figlio prediletto di Alessandro VI. E non ricordo, qui, che uno soltanto dei suoi innumerevoli crimini. Eppure nella famiglia dei Borgia è addirittura emerso un santo, Francesco, e su Francesco le malefatte dei suoi terribili antenati hanno gravato per tutta la vita. È stata questa ossessione che forse lo indusse a intraprendere un percorso di santità, volutamente costruito. Eppure la luminosità del santo Borgia non ha attuito le oscenità dei suoi antenati. Sono i malvagi che tuttora dominano la scena: il santo è in ombra. Tuttavia il Machiavelli si lasciò affascinare dall'idea dell'unità italica a cui il Valentino (e forse più di lui Alessandro VI per ragioni di potere) mostrava di tendere: un'idea di principato unitario. Agli occhi di Machiavelli-machiavellico, ciò era superiore alle nefandezze e al malgoverno dei Borgia. Per lui contavano più i fini che i mezzi impiegati per raggiungerli. Certamente i Borgia sono il frutto dei loro tempi, e pertanto la condanna di questa famiglia — compresa Lucrezia, figlia naturale che Alessandro VI aveva avuto con Vannozza de' Cathaneis — è la condanna del XV secolo, il loro secolo, e difatti non si capirebbero i loro delitti se non si considerasse che essi sono un prodotto del Rinascimento. Il Medioevo non era che un ricordo. Ed era il secolo che guardava all'aldilà, mentre il Rinascimento era il secolo che guardava all'aldiqua. Il Rinascimento era l'epoca in cui l'uomo si poneva al centro dell'universo, un cosmo tutto terreno nel quale si negava la trascendenza medievale, una trascendenza che aveva fatto della vita terrena soltanto un punto di passaggio, una preparazione al mondo dell'aldilà. Ieri l'uomo era nulla davanti a Dio poiché tutto dipendeva da Dio e a Dio bisognava guardare. Poi si pensò che Dio fosse nulla di fronte ai diritti della vita umana che andava vissuta per se stessa. Questo portava all'egoismo, alla violenza, alla gioia sconfinata: «Chi vuol esser lieto sia:/ di doman non c'è certezza».

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