Notte densa di «Movimenti»
CLAUDIO Fausti e Serafino Murri sono due studiosi di cinema, specie di quello sperimentale e d'avanguardia. Adesso, dopo alcuni corti e, Fausti, anche un medio metraggio, esordiscono insieme nel lungometraggio, scrivendone il testo e curandone la regia. Il titolo «Movimenti» chiarisce subito le loro intenzioni. Non ci raccontano una storia, sorprendono, nell'arco di un venerdì notte a Roma, un gruppo di personaggi guidati ciascuno da scopi diversi. Degli amici sui trentacinque anni che, con o senza le loro donne, decidono di trascorrere alcune ore, magari anche fino al mattino, partecipando a feste in smoking o a spettacoli in qualche locale. Due ragazzetti che, figli di uno stesso padre, ma nati da due madri diverse, hanno in programma un incontro proprio per conoscere quel padre, mai arrivato, per un incidente, all'appuntamento. Un figlio adulto che, non trovando i soldi per pagare un avvocato incaricato di far uscire di prigione la madre, si fa aiutare a rubare da un tipo incontrato a una festa. E altri ancora. I cui casi, intrecciandoli fra loro, ma senza provocare incontri reciprochi, i due autori svolgono con voluta improvvisazione. Ora con l'aria di citare il cinema verità, ora invece, date le loro specializzazioni cinefile, accettando anche i modi dell'avanguardia. Immagini spesso solo in primo piano, personaggi quasi sempre còlti di sorpresa, situazioni snodate con insistita immediatezza, ritmi, anche in qualche momento in cui sembrano farsi avanti le pause, volutamente tra il convulso e il frenetico. Pur riuscendo, in mezzo, a delineare dei personaggi, dando rilievo a caratteri, a intenzioni, a retroterra familiari. Con il rischio, a volte, dell'approssimazione, spesso però convincendo. Fra i migliori del «coro» Fabrizio Gifuni, con abili meditate ambivalenze, e Cecilia Dazzi, una non marginale figura femminile: intensa e espressiva.