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L'ugola di Linda, Piotta non osa

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Semina scompiglio lo scatenato ed energico funky del «signore dell'isola»

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Tutti lo guardano come se fosse uscito da Sanremo Giovani, categoria abolita, anche perché quest'anno gli esordienti non sono certo di primo pelo. Musica poppy. Adriano Pappalardo6 Nessun consiglio Lo scatenato funky gallo semina scompiglio. Brano cucito addosso all'interprete che crea un'isola di "one man show" e probabile impennata dell'Auditel. Grande energia ritmica dall'impatto prevedibile. Il voto va al rhythm'n'blues. Mario Rosini5 Sei la vita mia Una buona estensione vocale messa al servizio, però, di un brano troppo convenzionale. Pianoforte al centro della scena, come molti artisti che negli ultimi tempi hanno calcato il palco dell'Ariston, ma il jazzista pugliese non sfrutta al meglio la sua gamma espressiva. Massimo Modugno & Gipsy King6,5 Quando l'aria mi sfiora Bravi i Gipsy king per l'atmosfera gitana del brano. Bravo Renis per aver cambiato in corsa l'arrangiamento (e per i passi di flamenco improvvisati durante le prove, scuotendo la giacca come un toreador). A beneficiarne un Massimo Modugno che saggiamente cede il palco e l'inciso vocale ai solismi dei latini. Simone6,5 È stato tanto tempo fa Finalmente un rocker privo dei soliti stereotipi. Senza il chiodo del look, senza sgranare la voce, il cantautore di Como ha scrittura e appeal sonoro. Omar Pedrini6 Lavoro inutile Atmosfera dilatata anni Settanta per il cantautore che coniuga la sua passione per Battisti e i Pink Floyd. Soli strumentali psichedelici per un brano ed una performance malinconica che ricorda Biagio Antonacci. Linda7 Aria, sole, terra e mare La migliore canna vocale della rassegna. Soprannominata "matrioska" dal direttore artistico, Linda Valori è solare nell'interpretazione, scura e intensa nell'emissione della voce. Meglio definirla l'Anastacia dell'Adriatico. Pacifico6,5 Solo un sogno Innanzitutto, buon compleanno Gino De Crescenzo. Domani il cantautore più blasonato dalla critica compie 40 anni. L'eterna rivelazione tenta la consacrazione nazional-popolare con un buon pezzo, ma resta il dubbio sulla voce. Ottima sintesi di violini ed elettronica per uno strano effetto a metà tra Peppino Di Capri e Battiato. Daniele Groff6,5 Sei un miracolo Le immagini proiettate sul ledwall ci sollevano dal solito repertorio di loghi e simboli grammaticalmente più banali e scontati. La circolarità della melodia evoca il mondo british amato dal cantautore trentino. Piotta6 Ladro di te L'unico romano verace di questo Festival ha portato sul palco gli ingredienti del rapper, dalla consolle del dj alla ballerina. I violini ammiccanti e in crescendo rendono più soul le intenzioni "bastarde" del suo amore in rima. Poteva osare di più. Bungaro5 Guardastelle Sognava Sakamoto al piano nel suo ideale dialogo con le stelle. Tony Bungaro (a proposito di ironie italo-americane) è sinceramente ispirato e crea un'atmosfera simile all'ultimo Lucio Dalla, con la stessa ricercatezza nel non pronunciare le finali, creando un effendo di sognante dissolvenza.

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