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«Ero a cena da Dante e Beatrice, uno dei più noti ristoranti di Napoli.

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Chiamai Mario Silvestri, il cameriere la cui simpatia e bravura ai tavoli conquistavano tutti, e gli dissi: "A quel tavolo laggiù c'è Marrazzo. Vorrei parlargli". Mario andò al tavolo dove il noto giornalista televisivo aveva appena cominciato a cenare. "Prego, si accomodi - disse Marrazzo a voce alta volgendosi dalla mia parte. Aveva una voce robusta e rotonda, impastata di sonorità e inflessioni campane ma chiara e forte. - Mi chiamo Pironti - gli dissi senza troppi preamboli. - Sono un editore e mi piacerebbe pubblicare un libro scritto da lei. - Un editore? - mi chiese con aria sorpresa. Indossavo un maglione dolcevita e un paio di jeans e non dovette rimanere gran che impressionato dalla mia figura. - Sì, ho cominciato da poco - risposi. - E fa l'editore a Napoli? Ma allora lei è davvero un pazzo - esclamò. - E che genere di libri pubblica? - Vado a prendergliene qualcuno - dissi.- Ho una libreria a pochi passi. Tornai quasi subito portando con me Monaco '72 di Mimmo Carratelli e alcune copie di Metaphorein. Marrazzo li guardò e, mostrandoli alla troupe, esclamò: - Guardate che bei libri si pubblicano a Napoli. Fu quello l' inizio di una grande amicizia e di un grande affetto. - Cosa vuole che le scriva? - mi chiese. - La vita di Raffaele Cutolo - gli risposi. - E' una bella idea. Si può fare...». (Un brano da «Vita piena di pugni», a giorni in libreria)

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