La Rai vende musica via Internet
A partire dal 1 marzo anche la Rai darà il suo contributo alla lotta contro la pirateria, offrendo un servizio di download a pagamento, attraverso il suo nuovo portale musicale www.cd.rai.it, realizzato da Rai Trade e Rai Net in stretta sinergia con la trasmissione musicale di Raidue «Cd live». «Un primo passo - ha affermato l'amministratore delegato di Rai Net, Alberto Contri (nella foto), appena nominato Grand'ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana dal presidente Ciampi - con cui il servizio pubblico si schiera contro la pirateria». Nonché grande opportunità commerciale, come ha sottolineato Dino Piretti di Rai Trade: «Cd Rai, in collaborazione con le major, le etichette indipendenti e con Buongiorno Vitaminic - la prima in Italia a realizzare un sito per l'offerta di musica a pagamento - diffonderà brani musicali, loghi e suonerie, il catalogo di produzione Rai Trade e, al più presto, anche le registrazioni più importanti dell'archivio della radiofonia. Attraverso, inoltre, la società Ticket One, il sito di Cd Rai consentirà l'acquisto di biglietti per concerti e spettacoli musicali». Un'interfaccia in più, garantita dal marchio Rai e dalla grande visibilità che ha sul web il portale dell'azienda pubblica radiotelevisiva. Per quanto riguarda il materiale che fa più gola agli utenti e che caratterizzerebbe fortemente il nuovo portale rispetto agli altri siti legali di offerta musicale, vale a dire le perle d'archivio, bisognerà valutare caso per caso la questione dei diritti, in quanto la Rai ne detiene in linea generale la proprietà di trasmissione, ma non di sfruttamento commerciale. Costi concorrenziali e sistema di pagamento "off line", per ovviare al timore di inserire i dati delle carte di credito sui siti internet e qualità dei files musicali di gran lunga superiore a quelli scaricati dai siti pirata, portatori il più delle volte di virus. La sinergia con il programma «Cd live» di Raidue consentirà anche di formulare una classifica dei brani più downloadati: l'inizio auspicabile di una hit parade alternativa, ma più aderente al reale consumo musicale nel nostro Paese?