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Trasmissione sanguinaria? Lo spot vola via

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Gli ascolti di «Bisturi» su Italia1 sono in salita, ma il boicottaggio riesce e rischia di estendersi

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Al di là del caso singolo, due sono le cose da rilevare: per la prima volta, in Italia, la pubblicità da sempre oggetto di accuse per disinvoltura o scandalo nei messaggi, arretra di fronte ad un programma choc, capovolgendo ciò che è capitato fino ad oggi; e più in generale, il caso «Bisturi» comincia a porre una questione nuova per la tv italiana, non per quella europea e americana, e riguarda i limiti entro cui può andare un reality show, specie quel sottogenere in ascesa definito estremo. Il boicottaggio delle inserzioni pubblicitarie, potrebbe provocare un effetto domino su altri e nuovi programmi tv (le zuffe della «Talpa» piuttosto che il simil-Bisturi «Extreme makeover» che prepara Raidue). «Sceglieremo, come sempre, programma per programma - dice il direttore generale del gruppo Ferrero, Filippo Ferrua Magliani - con "Bisturi" abbiamo scelto di andare a vedere, abbiamo comprato spot nella prima puntata e poi abbiamo deciso di non intervenire più su un programma che pur avendo il nostro target (maggior numero di spettatori tra i responsabili d'acquisto, ossia i 25-44enni e in seconda posizione gli adolescenti, ndr) non è in linea con la nostra sensibilità». Se per Ferrero è stata una scelta autonoma, il gruppo alimentare Doria ammette di aver aderito all'appello del Moige, poichè come azienda «siamo sensibili - dicono all'ufficio media - alle tematiche rivolte ai minori. Quella chirurgia in diretta non è un contesto giusto per noi, pur avendo quel programma un target per noi appetibile. "Bisturi" per crudezza d'immagini si sapeva che non avrebbe riservato sorprese». Insomma, anche nelle strategie commerciali delle industrie c'è spazio per i sentimenti. Come dire, pure lo spot ha un cuore. «Altro che sensibilità, questo è solo falso perbenismo - commenta il pubblicitario choc per eccellenza, Oliviero Toscani - lo spot pubblicitario stia dove per natura deve stare, senza andarsi a rifare la verginità altrove. Quei marchi che boicottano sono più imbecilli di "Bisturi" e della Pivetti e Platinette». Critiche a "Bisturi" vengono mosse sin dalla prima puntata da più parti, ma «dopo l'altra sera - dice il sen. Michele Bonatesta (An) - in cui si è arrivati a trasmettere in diretta un intervento chirurgico di mastoplastica su una ventenne, il programma va chiuso». Il Codacons è andato oltre, facendo finire "Bisturi" alla Procura della Repubblica di Roma dove l'associazione dei consumatori presieduta dall'avvocato Carlo Rienzi ha presentato un esposto. Le immagini dell'operazione sono tra l'altro andate in onda in prima serata, all'interno della fascia protetta per il pubblico più giovane. E infatti, l'Osservatorio sui Diritti dei Minori, presieduto da Antonio Marziale, ha ricevuto molte proteste dai genitori. «Chiedo al comitato per l'applicazione del codice Gasparri per l'autoregolamentazione tv e minori di pronunciarsi in merito e a Mediaset di far slittare la trasmissione in seconda serata». Il Moige, che ha lanciato il boicottaggio pubblicitario, annuncia di continuare la campagna senza sosta fino a quando non sarà cancellato il programma e annuncia di ricevere altre adesioni, tra cui l'ultima dal gruppo Colgate-Palmolive.

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