MILANO — L'apoteosi del bel texano è andata in scena ieri sera, da Gucci, sulla passerella dell'addio.
Gli applausi sono esplosi, con i «bravo», i «grazie» e le braccia alzate in segno di saluto. Domenico De Sole aveva avvertito: «Vedrete una collezione bellissima». Così è stato. Tom Ford si è giocato tutto, dieci anni di moda in dieci minuti di passerella. La sua donna dunque è questa, e il cerchio si è chiuso, nel finale degli abiti da sera bianchi, aperti sul fianco con quell'oblò, trattenuto da una spilla, che dieci anni fa divenne il simbolo della rinascita del marchio. Ma incominciamo dall'inizio. Il pubblico degli ospiti arriva a frotte, in anticipo. C'è tensione nell'aria. Mai una sfilata Gucci è stata così affollata. La passerella è ricoperta di pelliccia bianca, c'è silenzio assoluto, la musica attacca. Escono le prime modelle e sono dive, vagamente anni '40 per le spalle decise, importanti, le giacche strette, corte, femminili, appena appoggiate sui fianchi delle gonne fascianti. Nero, lilla, mauve, vinaccia: giochi di intarsi a raggi, spicchi di cashmere e serpente, intrecci canestrati, tutto serve a rendere l'idea di un lusso pregiato e lavorato, scolpito sul corpo. Le giacche si aprono impudiche sulla pelle, le gonne sembrano esplodere. I colli di volpe nel colore degli abiti, le cinturine tubolari (altra citazione degli inizi di Ford da Gucci) e le scarpe alte chiuse dal fiocchetto di pelliccia, fanno il resto. Il ritmo si fa incalzante: arriva la sera, con i pantaloni di pizzo trasparente incollati addosso, il blazer in velluto bluette dai revers che esagerano lo smoking. La tensione sale, parte «Killing me softly», la struggente canzone di Roberta Flack, Anni 70, rielaborata poi negli Anni 90 dai Fugees. È il mondo di Tom, romantico ed eccessivo, è la moda elegante e «assassina». L'apoteosi è nel finale dei lungi abiti da gran soirè, colorati, lavorati, grondanti di frange, luccicanti di paillettes come le sfere roteanti di luce nei night club. Indimenticabile il vestito verde oliva dove il raso s'intreccia in un motivo a canestro, o quello pervinca in paillettes mille-luci con volpe mauve. È la conclusione. Tom Ford ha accompagnato la donna Gucci attraverso dieci anni di avventure nella moda, attraverso il rock, il cinema, il sex appeal dalle infinite sfumature, quelle un po' british e quelle californiane, quelle punk e quelle settecentesche, ha imposto scarpe e borse, gusti e tic, e ora finisce dove aveva iniziato, con i semplici, lunghi sontuosi abiti in crepe bianco. Battimani, tutti commossi, Tom esce in scena, ha gli occhi lucidi e sorride. Abbraccia solo una persona, il suo compagno Richard. Poi fa per andarsene e invece non se ne va, saluta con la mano.