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ESCE NEGLI USA IL FILM DI GIBSON. GLI ESPERTI: È PIENO DI ERRORI

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Le minacce telefoniche sono giunte a Jill Bernstein, direttrice del cinema Avalon, uno dei più antichi e famosi della capitale. «Hanno minacciato attentati alla mia vita e al cinema - ha detto la donna - ma non intendiamo assolutamente lasciarci spaventare. Ognuno deve aveve la possibilità di vedere il film e di farsi una opinione personale. Io sono ebrea ma non ho alcun pregiudizio nei confronti di questo film». Alcune associazioni ebraiche hanno accusato il film di anti-semitismo per il modo in cui attribuisce agli ebrei la responsabilità della morte di Gesù Cristo. I responsabili del cinema Avalon, gestito da un gruppo senza fini di lucro che ha salvato l'edificio dalla distruzione, avevano già deciso di accompagnare la proiezioni di «The passion» da una serie di dibattiti, subito dopo la fine del film, affidati a leader di varie fedi religiose: vescovi cattolici, rabbini, pastori luterani. Infine, dopo le accuse di antisemitismo e di violenza eccessiva, per Mel Gibson arriva anche quella, da parte di autorevoli studiosi, di aver fatto un film pieno di errori. Alcuni esperti, ad esempio, hanno contestato l'uso del latino e aramaico, dicendo che era il greco la principale lingua usata a Gerusalemme durante quegli anni, mentre l'antropologo Joe Zias ha contestato l'aspetto di Gesù, affermando: «Gli ebrei nell'antichità non avevano i capelli lunghi». Altri studiosi si sono poi scagliati contro la rappresentazione di Ponzio Pilato e «i suoi pantaloncini in stile egiziano», non certo adatti per un procuratore romano.

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