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di MARIDA CATERINI L'ITALIA televisiva affascinata dal feuilleton ha riscoperto in Elisa ...

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I 12.080.000 spettatori (41,54% di share) che hanno seguito l'ultima puntata del serial lunedì sera su Canale 5 sono la testimonianza che le "wonder women" hollywoodiane e la sottomessa femminilità delle telenovelas si sono polverizzate dinanzi alla nuova, veemente, forza di un'ex serva assurta al rango di contessa. Elisa (Vittoria Puccini) è stata amata da un pubblico trasversale perché ha condensato nel suo sentimento per Fabrizio tutte le sfaccettature dell'amore, passione, tenerezza, determinazione, erotismo, dedizione accompagnata da una forte personalità. Elisa ha amato ma non si è annullata per amore. Ha combattuto ad armi pari ed è riuscita a vincere: ha sconfitto il male, smascherato i cattivi, si è impossessata della famosa lista di congiurati e l'ha consegnata, in un finale scontato come l'happy end di un romanzetto rosa, al re impersonato da un magnifico Philippe Leroy. La puntata conclusiva di "Elisa di Rivombrosa" ha salvato il conte Fabrizio Ristori (Alessandro Preziosi) dalla ghigliottina, gli ha restituito l'onore, ha smascherato un complotto ai danni del sovrano, ma non ha punito definitivamente i cattivi, impersonati dalla perfida marchesa Lucrezia Van Necher (una credibilissima Jane Alexander) e dall'altrettanto perfido Ranieri, governatore del Re. Il più classico dei finali imponeva che Lucrezia, per evitare l'arresto, una volta scoperti i crimini di cui si è macchiata, avrebbe dovuto darsi la morte per espiare tutto il male fatto in dodici puntate oppure languire in solitudine nella più buia delle prigioni. Invece la trama le ha concesso di fuggire a Venezia insieme alla cameriera negra. Lasciandole la possibilità, nel sequel oramai sicuro, di continuare a sprizzar cattiveria, magari affiancata ancora una volta, dall'ex governatore che riuscirà rocambolescamente a fuggire dal carcere. Nell'attesa delle prossime puntate Elisa e Fabrizio coronando il proprio sogno, hanno riscattato dalla banalità in cui sembra essere precipitato, un sentimento, l'amore, che viene trattato, sul piccolo schermo, in maniera sempre più superficiale e sfruttato a fini d'audience. Un monito per le varie Alda D'Eusanio, Paola Perego, Maria De Filippi. Una lezione su cui riflettere. «Nella vita accade qualche volta che una persona faccia un sogno e questo si realizzi, ma il risultato ottenuto da "Elisa" supera persino il sogno. Sono felice perchè questo successo è dovuto al grande lavoro di squadra». Cinzia Th Torrini, regista di «Elisa di Rivombrosa», è naturalmente al settimo cielo per gli ascolti raggiunti dalla popolare serie in costume. Lunedì sera tutto il cast, le maestranze, la produzione e, persino dirigenti Mediaset, erano riuniti a casa della Torrini per seguire l'ultima puntata. «Eravamo circa 80 persone - racconta la Torrini - c'era tutto il cast riunito, tranne Kaspar Capparoni e Luca Word, impegnati su un altro set, i dirigenti di Mediaset Francesco Pincelli e Guido Barbieri. Stavamo stretti, ma è stata una grande soddisfazione». Un successo ottenuto, secondo la Torrini, anche grazie al fatto che «in Elisa erano racchiusi un po' tutti generi. Insomma, eravamo una squadra al servizio della televisione. Abbiamo dato tutto, nonostante le corse, perchè realizzare un prodotto televisivo significa anche questo, ma non abbiamo mai abbassato la qualità». Oltre alla storia, però, hanno funzionato anche gli attori protagonisti, in particolare Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi, entrati subito nel cuore dei telespettatori. «I loro erano ruoli pensati ad hoc. Quando si scelgono degli attori - spiega la Torrini- è sempre una scommessa e ci vuole anche fortuna. Ma, non a caso, noi abbiamo cercato loro per quasi un anno».

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