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di ONORATO BUCCI IN UN passo del Corano, nella Sura 57,26 è detto «… ecco, inviammo i rasul ...

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Abbiamo pure mandato il ferro, strumento terribile agli uomini: in esso forza asprigna ed anche vantaggi». Intorno a questa Sura e su i temi che sottende, l'Università degli Studi del Molise ha riunito ad Isernia mercoledì e giovedì 25 e 26 febbraio, la scuola islamica italiana, erede di una tradizione che dal Caetani, arriva al Santillana e a Nallino fino a D'Emilia e che oggi, attraverso l'insegnamento di Gabrieli, perviene a Francesco Castro, direttore del Dipartimento di Storia e Teoria del Diritto dell'Università degli Studi di Roma «Tor Vergata», insieme al quale viene organizzato l'incontro. A Castro l'Università degli Studi del Molise ha chiesto di riflettere insieme ai suoi docenti, orientalisti ed ecclesiasticisti su questo tema, e ha chiamato a confrontarsi con docenti interessati delle Università italiane. Saranno così presenti , oltre a Francesco Castro, islamisti di vaglia quali Gianmaria Piccinelli, Agostino Cilardo, Massimo Papa, Lyda Favali, Timoteo Casolino, Roberta Aluffi, Deborah Scolart, Nino Pellitteri, Machmoud S. El Sceik, Ersilia Francesca e si confronteranno con un magistrato quale Sergio Zeuli e gli ecclesiasticisti della scuola di Luciano Musselli e di Valerio Tozzi. Perché un convegno di diritto islamico a Isernia, e perché in questo momento? È poco nota la circostanza che nel Molise il fenomeno dell'immigrazione afro-asiatica ha una presenza ben più massiccia di quanto non si creda. A non valutare questa circostanza nella sua giusta misura è indotto spesso chi non considera come in un territorio quale quello molisano caratterizzato da una scarsa popolazione possa rifugiarsi facilmente un considerevole numero di persone estranee al suo habitat naturale. Allo stesso modo una notevole massa di individui può trovare rifugio in un territorio quale quello della nostra penisola proprio quanto la nostra comunità nazionale ha raggiunto il tasso più elevato al mondo di denatalità. In un ambiente siffatto è sorto presso l'Università degli Studi del Molise, Dipartimento di Scienze Giuridico-Sociale e dell'Amministrazione, cattedra di Diritti dell'Antico Oriente Mediterraneo, un Osservatorio permanente per l'immigrazione Afro-asiatica in Italia, mentre la cattedra di Diritto Ecclesiastico di quella Università da vita da anni a seminari di studio dove si confrontano islamisti canonisti ed ecclesiasticisti. Che ora si ritrovano tutti lungo le tre traiettorie inseparabili della 'UMMA (Comunità Islamica): il Libro, che è il Corano, la Sacra scrittura per eccellenza per l'Islam (meglio: l'ultimo atto della rivelazione divina, e per questo definitiva, mentre i Veda, l'Avesta, la Bibbia e il Nuovo Testamento sono atti di rivelazione divina ma che precedono l'ultima che è appunto il Corano), La Bilancia che è il segno della giustizia, e quindi il momento dell'applicazione del diritto e il Ferro, che è la spada, strumento terribile per gli uomini, dice il Corano che poi aggiunge «forza asprigna ed anche vantaggio». In questa contraddizione sta la verità dell'Islam e su questo contrasto discuteranno gli studiosi chiamati dall'Università degli Studi del Molise.

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