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E a Montemarano danzano gli ossessi

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Trascinante, coinvolgente, mentre i Capiraballo si aggirano orgogliosi per le vie del paese. È questa l'atmosfera del carnevale di Montemarano. Che si respira nei giorni che vanno dal 22 al 29 febbraio, quando si celebrerà la morte del signor Carnevale. Ogni pietra del paese trasuda un' impalpabile gioia, mista a orgoglio. Ciascun capo vuole dimostrare di aver riunito più seguaci dell'altro, adesioni che ha iniziato a raccogliere dal 17 gennaio. Si tratta più che altro di parenti ed amici. Ma non solo, perché chi è più carismatico e simpatico, ne avrà di più. Ciascun gruppo, nei giorni clou del carnevale, si aggira per le tortuose vie del paese al ritmo dell'antica danza. Perché carnevale già con la ricorrenza di S. Antonio Abate (a Sant'Antuono maschere e suoni), è esploso e termina la domenica dopo le Ceneri con «Carnevale morto», secondo l'ironico commiato funebre. Quindi, l'ultima danza sfrenata e la rottura della «pignata» da cui fuoriescono biscotti e confetti, rito che dai tempi remoti vuole essere di buon auspicio per la primavera che si avvicina. I Caporaballo, nel loro costume bianco, molto simile a quello di Pulcinella, con bordature rosse ed in testa un cappello a punta con pon-pon rosso si aggirano festosi, facendo giochi e scherzi, in un folle, vorticoso crescendo di allegria, trascinando dietro di sé i loro seguaci. Scandiscono il ritmo delle note di una delle tarantelle più antiche e suggestive, con il bastone, parte integrante del costume. Le loro voci si fondono con quelle dei cantori nel «Si t'angappo int' 'o scorone, mamma mia che t'aggia fa quanno fore freddo fa, int' 'o lietto è buono a sta'». Non si tratta della solita sfilata in costume. Naturalmente, c'è anche quella. Ma, soprattutto, di una sfida, che prevede come unico premio la soddisfazione di essere il beniamino. Colori, frastuono, allegria, dove tutto il paese in festa scende nelle vie. Un'atmosfera coinvolgente, dove nessuno resta escluso. Nemmeno il turista che arriva lì per caso. Perché mentre è distratto e quasi non se ne accorge, può arrivare una danzatrice, o magari una Pezzata, nel suo straordinario costume di mille colori, che lo prende per mano e lievemente lo trascina nelle danze. Questione di pochi minuti e anche lui diventa un tutt'uno con il resto dell'allegra combriccola. Il Taurasi, importante doc della zona, scorre a fiumi, per accompagnare banchetti fantastici, tipici della zona, o i dolcetti, preparati in occasione del carnevale. È un misto di sacro e profano, dove la tarantella diventa una sorta di processione senza sosta, per i tre giorni clou del Carnevale. In cerchio, in quattro o a coppie, non ha importanza. Contano solo entusiasmo ed energia.

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