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di GIUSEPPE AMOROSO FIGLIO di un pescatore, che d'estate accompagna i turisti nella sua ...

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Per favorire le sue qualità, la famiglia decide di iscriverlo a un liceo di Torino, dove vive una zia, «parallelepipedo inerte», disposta a ospitarlo con la madre. Il padre rimane a lavorare nella sua terra del Sud. Bravissimo in latino, tanto da conseguire sempre il massimo dei voti, capace di tradurre Orazio, Gaspare accusa subito un traumatico impatto con la nuova realtà della scuola. Rifugiandosi in un mondo di incantate letture, legge Verlaine, ma deve fare i conti con professori in ritardo e demotivati, metodi didattici livellatori, programmi «flessibili», abitudini conformistiche. I sogni (o gli incubi?) restano l'unico sfogo. E anche il Po, quando si cammina costeggiandone la corrente, può tenere compagnia. Nota per La gallina volante e Palline di pane, Paola Mastrocola esce ora con Una barca nel bosco, romanzo risentito e amaro, nel quale una scrittura di calibrata ironia veicola episodi secchi e riflessioni in cadenze narrative regolari e talvolta inarcate verso effetti di candido stupore di fronte a una vita che «ti porta sul vassoio il pasticcio che vuole lei». In un contesto quotidiano omologato nel grigiore, lo sforzo del protagonista, teso ad affermare il proprio eccezionale impegno, conduce all'emarginazione. Incompreso e considerato un «caso», viene affidato alla psicologa della scuola. E allora il ragazzo si adegua alla massificazione sistematica, che spaccia come segno di progresso l'azzeramento di ogni individualità. Intanto l'isola con tutti i ricordi è un punto che si allontana. Anche all'università la situazione è opaca, squallida: come nel liceo l'insegnamento riparte dall'inizio («chissà dove si faranno le cose dell'università»). La Laurea Breve crea studenti «brevi». Se uno poi frequenta il biennio cosiddetto specialistico (e fa l'Erasmus e il Master: non uno ma «due, tre, dieci Master!»), diventa studente «lungo». Laureatosi in giurisprudenza, Gaspare affronta un percorso di incognite e attende un posto che non arriva mai. La via d'uscita è quella di aprire un bar, coltivare piante, fare della casa un «Bosco Mondo» e lasciar cadere nell'oblio l'inutile tesi sull'amato Rutilio Namaziano, un poeta della tarda latinità che ha raccontato il suo ritorno in patria, da Roma, su una barca. Paola Mastrocola «Una barca nel bosco», Guanda 265 pagine 14,50 euro

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