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Dal portoghese ha ereditato la percezione del dolore

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Di quel grande poeta, Tabucchi ha ereditato la percezione del dolore, e l'esigenza da parte della letteratura di lenirne le dure fitte con il trasalimento della scrittura, che in Tabucchi è particolarmente attenta e allusiva. Ha debuttato nel 1975 con «Piazza d'Italia», cui ha fatto seguito «Il piccolo naviglio» (1978) «Il gioco del rovescio» (1981), «Donna di Porto Pim» (1983) «Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa» (1994), «Marconi, se ben mi ricordo» (1997), «La gastrite di Platone» (1998), e ancora i testi di maggior successo come «Piccoli equivoci senza importanza» (1985), «Il filo dell'orizzonte» (1986), «I dialoghi mancati» (1988), «Un baule pieno di gente» (1990), «L'angelo nero» (1991), «Requiem» (1992), «Sostiene Pereira» (1994), testo di successo per un ottimo film con Marcello Mastroianni, e tanti premi: Viareggio, Campiello, Scanno, fra gli altri. Infine i libri più recenti, «Si sta facendo sempre più tardi» (2001) e «Autobiografie altrui» (2003). Ha curato l'edizione italiana dell'opera di Pessoa e ha ricevuto riconoscimenti internazionali come il Prix Médicis Etranger, l'Aristeion in Grecia, l'Hidalgo in Spagna. Insegna all'Università di Siena. W. M.

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