DA MARTA ABBA ALLA PROCLEMER
e del 1934, a Roma, per la regia di Pirandello e le scene di De Chirico, con Marta Abba e Ruggero Ruggeri. Alcuni mesi dopo la «prima» milanese, il Borghese tradusse l'opera in siciliano che venne rappresentata al Costanzi di Roma. Esito certamente scadente ebbe la traduzione in dialetto abruzzese di Cesare De Titta, messa in scena a Pescara nell'agosto 1923, con attori dilettanti. Il 3 dicembre 1904 al Mercadante di Napoli si recitò Il figlio di Jorio, parodia di Scarpetta in napoletano. D'Annunzio intravide in quella che gli sembrava piuttosto una «contraffazione» i termini della querela. Dopo quattro anni l'attore napoletano fu assolto. Degli allestimenti seguiti alla morte di d'Annunzio ricorderemo quelli del 1941 con Laura Adani, Renzo Ricci e Memo Benassi; del 1945 con Sarah Ferrati, Renzo Ricci e Salvo Randone; del 1949, con Elena Zareschi, Randone, Pilotto e Anna Miserocchi; del 1957 (regia di Luigi Squarzina) con Anna Proclemer e Giorgio Albertazzi; del 1963, con Elena Zareschi, Giulio Bosetti, Salvo Randone; del 1973, (regia di Giancarlo Cobelli) con Piera Degli Esposti e Aldo Reggiani: allestimento definito «irriverente». Il più recente, nell'estate 2002, con Erica Blanc e Nino Castelnuovo. La Figlia ebbe, oltre a riduzioni cinematografiche e televisive, due allestimenti musicali: di Alberto Franchetti (1906) e Ildebrando Pizzetti (1954). L'opera di Franchetti verrà riproposta il 12 marzo prossimo, al Marrucino di Chieti, diretta da Fabrizio Carminati. E.D.C.