Verdone: «La mia generazione non si rassegna»
Non è soltanto il titolo del nuovo film di Carlo Verdone, da venerdi in 350 sale, ma anche «una semplice constatazione - racconta con un sorriso l'attore e regista romano - nel senso che l'amore può cessare anche se si era convinti che sarebbe durato per sempre. Eppure, illusione o meno che sia, nell'amore tutti continuiamo a crederci. E, a volte, a fare gli stessi errori di sempre». L'idea di partenza era proprio quella di una riflessione sulla vita di coppia dei 50enni di oggi, «più belli, giovanili ed in forma che in passato, magari anche grazie al Viagra - precisa Verdone, accompagnato dalle sue attrici Laura Morante e Stefania Rocca (nella foto di Sirolesi) - Una generazione in piena attività, che non si rassegna, che cerca in una storia l'adrenalina del desiderio, magari trovando le soluzioni al di fuori della coppia o del matrimonio. Ecco, il mio film (scritto con Pasquale Plastino e Francesca Marciano ndr) è nato proprio da queste considerazioni. Dal fatto, ad esempio, che è molto triste sfogliare la propria agendina o la rubrica del cellulare e ritrovarsi due numeri di casa differenti per ogni coppia sposata o convivente. Si ha come l'impressione che l'amore tra due persone sia come un contratto a tempo determinato». Un Carlo Verdone straordinariamente maturo, attento, insomma, bravo. Nel raccontare la storia di Gilberto (lo stesso Verdone), un ottico 50enne apparentemente pacioso ed invece a caccia di emozioni con donne sconosciute. Fino ad essere sorpreso da sua moglie Tiziana (Laura Morante) che, inflessibile, lo caccia di casa. Ospite di Andrea, il suo socio (Rodolfo Corsato) e di sua moglie Carlotta (Stefania Rocca), per Gilberto comincia così una serie di avventure sentimentali più o meno incredibili (da non perdere quella in cui la sua partner, Elisabetta Rocchetti, parla al telefonino mentre fa l'amore), una sorta di percorso di formazione di questa seconda parte della sua vita anagrafica e sentimentale al termine della quale nulla sarà come prima. Salvo, forse, proprio l'amore. Un film completo e profondo, forse il più vicino alla lucidità impietosa - ma proprio per questo divertente - di «Compagni di scuola», ma che non tradisce però lo stile disincantato tipico di Verdone, che ammette: «Sono ormai nella fase delicata di una seconda carriera, e devo stare attento al sentiero che devo percorrere: non posso competere con il mio passato, ma devo rappresentare il mio presente». Ma Verdone ha una parola anche per il suo produttore, Vittorio Cecchi Gori, con cui «"L'amore è eterno finchè dura" è il film conclusivo di un antico contratto. Volevo lasciargli un film di cui essere soddisfatto. Per 20 anni ho lavorato con lui senza problemi. Non ci ha fatto mancare niente. Ora il contratto con lui è finito, ma sono certo che le nostre strade torneranno ad incontrarsi».