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Parlare a sproposito di Caravaggio

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Tra questi il restauro della «Vocazione dei Santi Pietro e Andrea» delle Royal Galleries di Hampton Court, da me sostenuto quale probabile originale del Caravaggio fin dalle mie pubblicazioni monografiche sull'artista lombardo. Sull'argomento ero poi ritornato nel 1996, in previsione della ricatalogazione aggiornata del mio testo, «Caravaggio - Pictor Praestantissimus», per il settembre del 2001. La mia convinzione circa l'autografia, mi aveva spinto a sollecitare il restauro del dipinto, ma i curatori mi avevano sempre obiettato che l'intervento non era tra quelli previsti. Nel frattempo la tela, in "odore" d'autografia, era stata trasferita a Londra, nella residenza di St. James, dove una cortese lettera mi comunicava l'esito del sopralluogo di sir Denis (concorde con la mia opinione). Tale giudizio era tornato nel dialogo romano tra me e sir Denis, il quale, desiderando che l'opera recuperata venisse esposta in una prossima rassegna a Roma, mi chiedeva di redigerne la scheda filologica in catalogo, offerta che ho accolto con entusiasmo. Non credo, quindi, che il mio 94enne amico abbia inteso scipparmi un'attribuzione che, peraltro, sapeva già da me pubblicata. Piuttosto credo che la sua signorilità sia stata travisata e strumentalizzata da chi, con pochi scrupoli, abbia mirato a costruire uno "scoop" sfruttando grossolanamente il nome popolare del Caravaggio servendosi del decano degli storici dell'arte internazionali con molti contributi anche su questo pittore.

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