Anche in Tv il Made in Italy vale di più
Nascono società a caccia di idee da esportare all'estero, come «Il protagonista» di Liorni
Ovvero di idee prodotte in Italia e non acquistate all'estero col fine di essere adattate per il piccolo schermo di casa nostra. In un universo televisivo invaso da format stranieri la creatività made in Italy scarseggia. I format, considerati più sicuri, perché già collaudati su altre Tv, con qualche semplice aggiustamento, diventano programmi di casa nostra su cui scommettere per la scalata dell'audience. Ultimo esempio, in ordine di tempo è «Sogni», trasmissione del sabato sera di Raffaella Carrà, ispirata ad un format francese «Le reve d'un jour». L'omologazione televisiva da villaggio globale, col tempo, ha fatto scattare la molla dell'orgoglio nazionale. Si avverte la necessità di elaborare nuove idee per la Tv italiana che possano, a loro volta, avere visibilità sul mercato straniero. La conseguenza è la nascita di società di produzione finalizzate a stimolare la creatività made in Italy. La Sunflower, nata quattro anni fa e gestita da Valerio Morabito e Marco Belardi, ha già prodotto per Raidue nel 2001, «Indovina chi viene a cena» programma condotto da Simonetta Martone il cui format è stato venduto in molti paesi europei. La formula simulava il fidanzamento tra un personaggio del mondo dello spettacolo ed una persona comune e fu accolta da un notevole gradimento di pubblico. «Oggi - afferma Marco Velardi, che ha prodotto per Raidue anche «Bubusette», striscia della fascia del pomeriggio - stiamo studiando nuove proposte televisive, perché crediamo che solo attraverso la creatività domestica può passare il rinnovamento della Tv italiana». La società Interferenze, invece, ha appena due anni ed è guidata da Camillo Natalucci, presidente, e da Stefano Balassone, ex consigliere del CdA Rai, nel ruolo di amministratore delegato. È già all'esame dell'azienda di viale Mazzini, ma anche di altre emittenti italiane, il nuovissimo format della Interferenze, di cui è stata girata una puntata zero in Inghilterra con il titolo, per adesso soltanto in inglese, «Your name wins the game», il tuo nome vince la gara. È basato sull'abilità di tre concorrenti che devono indovinare, nel minor tempo possibile, un cognome preso dall'elenco telefonico. Si possono conquistare lettere rispondendo ad una serie di domande, ma si dovranno fare i conti con un computer che tenterà di confondere le idee. Tra le nuove giovani società si sta facendo strada anche l'Hangar, creata da Gregorio Paolini, storico inventore della rubrica Target di Canale 5. L'obbiettivo comune è di limitare lo strapotere delle grandi società straniere che hanno delle diramazioni in Italia. Tra queste una delle più note è la Endemol Italia, filiale italiana guidata da Marco Bassetti, della sede centrale di Amsterdam. Ha portato in Italia il «Grande fratello», «Chi vuol esser milionario» ed «Affari tuoi». Rivendica una paternità tutta italiana per alcune sue creature, la Triangle Production di Silvio Testi, marito di Lorella Cuccarini che ha prodotto «Azzardo», il preserale condotto in estate da Amadeus ed attualmente ha portato sugli schermi di Raidue «La talpa», format inglese adatto per il nostro paese. Tra i pochi format italiani si registra anche «Il protagonista», sperimentato su Italia Uno. Si tratta di programma condotto da Marco Liorni in cui una persona viene seguita a sua insaputa dalle telecamere. Il filmato è poi mandato in onda. Tutte le società lavorano per Rai e Mediaset, compresa la Magnolia di Giorgio Gori, ex direttore di Canale 5.