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Un esperto di esoterismo che ama il giallo classico

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Si è laureato in lettere e per alcuni anni ha lavorato nel campo dell'organizzazione aziendale per il complesso dell'Iri. Ha esercitato l'insegnamento della letteratura italiana e della storia negli istituti superiori; in quei periodi ha scritto molti articoli, oltre che pubblicare sillogi di poesie e racconti su vari periodici specializzati. Ha inoltre fondato, e dirige ancora, «Symbola», una rivista di letteratura d'avanguardia che fra breve si trasferirà in rete. Vive schizofrenicamente (è lui a dirlo... ci mancherebbe...) la cultura dugentesca e la figura gigantesca dell'Alighieri, assieme alla letteratura più avanzata, e non c'è da meravigliarsi se si pensa a quale prodigio di modernità e di sperimentazione linguistica è il trattato dantesco «De Vulgari Eloquentia», con quei dotti e quegli indotti a far da pompieri ai diluvi della lingua, ma anche ad accenderne i sacri fuochi. Forse per questa natura «incendiaria» (si fa per dire) ama molto il Futurismo, con tutta la dinamicità insita in quel movimento. Attualmente lavora a uno studio sugli elementi esoterici nell'opera dantesca. È un patito della letteratura poliziesca, con un debole per il giallo classico, quello di «camera chiusa» o di ricostruzione ambientale. E ancora, come non bastasse: predilige magìa ed illusionismo, è membro dell'American Society of Magicians e dell'International Brotherhood of Magicians, e ovviamente del club Magico Italiano. Nel 2000 ha vinto il Premio Tedeschi con l'opera «Dante e i delitti della Medusa». Insomma, un bel personaggio... W. M.

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