Tra i favoriti il «Mostro» Charlize Theron Angelopulos annuncia la sua trilogia
La cosa già sicura è che mai come quest'anno la rassegna berlinese è stata povera di star. Assente Nicole Kidman, arrivati in ritardo e solo per una fugacissima comparsa Juliette Binoche, Jude Law e Renee Zellweger, a dare un inaspettato lustro alla Berlinale è arrivata ieri all'improvviso Claudia Cardinale, premiata con l'Orso d'oro alla carriera nel 2002 e venuta appositamente per assistere alla volata finale. Quanto alle previsioni sui premiati, si brancola ancora nel buio, vista la modestia delle opere presentate in concorso, mentre quasi tutti sono pronti a scommettere su «Monster», il film dell'esordiente Patty Jenkins su una spietata serial killer americana, interpretata magistralmente da Charlize Theron. Ma sulle rive della Sprea le sorprese sono state sempre di prammatica. Il direttore Dieter Kosslick, a parte la predilezione per le star necessarie ad entusiasmare il pubblico, non ha mai fatto mistero di preferire un cinema impegnato. Quest'anno Kosslick è stato furiosamente bacchettato dai critici tedeschi per aver presentato in concorso il film italiano «Primo amore», giudicato unanimemente fuori posto in questa rassegna, se si mette da parte l'interpretazione di Michaela Cescon, che ha strappato gli applausi per il suo ruolo dell'anoressica protagonista. Ieri è stata presentata la prima parte di una trilogia di Theo Angelopoulos (nella foto), dal titolo «Trilogia: To livadi pou dakrisi», la terra piange, che copre come un affresco il periodo della storia greca che va dal 1919 fino alla guerra civile del 1945. «Il secondo film di questo trittico coprirà il periodo che va dalla morte di Stalin nel 1953 alla fine della guerra nel Vietnam nel 1975, mentre la terza parte, che chiamerò "il ritorno impossibile" servirà a fare il bilancio di un secolo nel quale ho passato la maggior parte della mia vita», ha spiegato il regista. «Quando un Paese si spacca, con le due parti che si combattono, è come vedere un viso tagliato in due».