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di ASSIA BAUDI DI SELVE SONO BATTUTE per la dignità delle donne, per il loro rispetto, per ...

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Hanno promosso leggi in tal senso, creando alleanze trasversali. E ieri si sono ritrovate sullo stesso fronte per protestare contro le bambine date in pasto alle passerelle della moda. Così Livia Turco, Alessandra Mussolini, Isabella Rauti e Daniela Di Biasio hanno usato la parola «vergogna« quando hanno saputo di una ragazzina di 13 anni pronta a sfilare su un sito Internet dedicato al turismo. «È una vergogna che invoca la censura», il commento della diessina Livia Turco nell'apprendere la notizia, in occasione della presentazione romana del nuovo sito Internet, Discovery Travel, che sfilerà la mini-modella belga di 13 anni, Jade Foret (nella foto), indicata come astro nascente della moda mondiale, che si vedrà tra poco anche sulle passerelle milanesi. «Siamo di fronte - sostiene la parlamentare - a un processo degenerativo spaventoso che utilizza in modo cinico i ragazzi. Forse sarebbe necessario un segnale che ponga fine a questo genere d'iniziative. È una vergogna. Quali modelli, quali esempi e quali valori trasmettiamo ai nostri figli? Se abbiamo perso il buon senso e il senso della responsabilità, allorà benvenga la censura». «È immorale reclutare baby-modelle per le sfilate», rincara la dose Alessandra Mussolini. «È un male - protesta ancora - e una cosa gravissima. Io ho criticato in modo aspro anche la partecipazione della bambina al festival di Sanremo. Figurarsi se sono contraria a buttare in passerella una 13enne». I rimedi? «È necessario - precisa la parlamentare - un codice deontologico della moda. Bisogna lasciare il tempo ai giovani di maturare. E poi l' ambiente della moda è pessimo sotto tutti i punti di vista». Una bambina di 13 anni che lavora in una sfilata di moda «rappresenta una sconfitta per noi che lavoriamo in favore delle donne». Entrano così nella polemica Isabella Rauti e Daniela De Blasio, consigliere nazionali di parità presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali. «Questa vicenda - spiega Isabella Rauti - è l'ennesimo esempio di quanto ci sia ancora da fare nel campo del lavoro per difendere donne e minori». «Il nostro impegno - aggiunge Daniela De Blasio - è promuovere il ruolo della donna ma anche tutelarla contro le discriminazioni basate sul sesso». «Di fronte ad iniziative come questa - conclude - non si può che esprimere profondo disappunto». E gli stilisti? Parla Marco Coretti, che ha rilanciato il marchio Sorelle Fontana, per il quale la ragazzina belga ha sfilato durante la settimana dell'alta moda capitolina. «Indossava pantaloni ricamati e un toppino di pelle: era fresca e semplice - spiega Coretti - Non amo le bambine invecchiate, le Lolite cresciute troppo in fretta. Le baby modelle non devono essere buttate in passerella come oggetti di sesso. Ci vuole più coscienza da parte di chi le gestisce, da parte degli stilisti e delle riviste di moda. Ogni età ha la sua bellezza. Quella delle minorenni va rispettata».

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