di CARMEN GUADALAXARA UN VERO e proprio vincitore annunciato non c'è.
Un cognome troppo importante, per reggere il confronto con il papà Mimmo, personaggio di straordinaria umanità e intensità che ha regalato alla storia della musica una delle pagine più belle che questa ricordi: «Resta cu'mmè», «Musetto», «Vecchio frak», «Piove»... Massimo, terzogenito di Domenico e Franca Gandolfi, dopo dodici anni (si esibì nella sezione nuove proposte con il singolo «L'uomo allo specchio» ndr) è pronto a ricominciare e assicura di essersi spogliato degli abiti di "figlio di". «L'unico consiglio di mio padre - spiega Modugno jr.- che porterò sempre con me è quello di vivere la canzone e di interpretarla senza pensare al pubblico che l'ascolta». Protagonista della 54ma edizione del Festival, dove sfoggerà un look creato dallo stilista Romeo Gigli, si esibirà sulle note di «Quando l'aria mi sfiora» scritta a quattro mani da Gianni Bella e Mogol. Sul palco sarà accompagnato dai Gipsy Kings, la grande famiglia gitana dei Reyes che qualche hanno fa ha inciso «Volare» o meglio «Nel blu dipinto di blu» canzone del lontano 1958 che vanta una fama planetaria. Modugno dieci anni di esilio volontario. Perchè? «Ero disgustato dalla televisione perchè mi chiedevano sempre di interpretare i grandi successi di mio padre. I massmedia ti usano a tal punto da svilirti e i figli d'arte cadono nella trappola della clonazione». Come è guarito? «Ho deciso di ricominciare a studiare frequentando il CET di Mogol, impegnandomi nello studio della chitarra e della composizione. Ho ascoltato molto la musica di Bob Dylan e di Mark Knopler. Del primo ho analizzato lo stile. Dal secondo ho imparato a distinguere la tecnica vocale. È impressionante come riesca a cantare in tre modi diversi». Perchè ha deciso di tornare a Sanremo? «Quest'anno credo che sia un'edizione diversa dalle altre. Maggior spazio per la musica e meno per lo show televisivo. Tony Renis ha avuto il coraggio di scegliere le canzoni senza l'ausilio delle case discografiche e questo significa che gli ospiti internazionali bisogna pagarli molto cari». E se dovesse vincere? «Sarebbe un sogno. Ora però cerco di vivere con estrema serenità altrimenti meglio cambiare mestiere. Svegliarsi al mattino, dopo tanti anni, e bere un caffè, oggi, mi rende felice».