FIRENZE — Cappello come oggetto quotidiano ed accessorio di moda, ma anche ispiratore di artisti tra ...
È questo il tema di fondo della mostra «Identità e diversità. Il cappello e la creatività», con quadri di artisti che vanno dal primo Novecento ad oggi. La mostra rimarrà allestita in Palazzo Medici Riccardi a Firenze fino al 4 marzo per iniziativa del Museo della Paglia di Signa, con il sostegno della Provincia di Firenze e l'adesione speciale del Presidente della Repubblica. Esposte, oltre a quelle degli artisti citati, opere di Afro, Eduardo Arrojo, Ugo Attardi, Gino De Dominicis, Paul Delvaux, Giuseppe Guerreschi, Wilfredo Lam, Osvaldo Licini, Enrico Manera, Aldo Mondino, Ennio Morlotti, Mark Tobey. E, fra i contemporanei, che hanno tratto direttamente ispirazione dal museo e dalle fabbriche di cappelli alle porte di Firenze, compaiono anche Edward Giobbi, Hsiao Chin, Giovanni Maranghi, Teresa Rosalini, Hannes Schimdt-Bianchi, O Syng-Yoon, Lolita Timofeeva e Masato Yanagisawa. In totale la rassegna, curata da Maurizio Vanni, presenta opere di 29 artisti (12 i contemporanei). «La mostra vuole farci capire - ha scritto nel catalogo il soprintendente al Polo museale fiorentino, Antonio Paolucci - che il cappello è un magnete intellettuale, è un fantasma ancora oggi intrigante, che può sollecitare avventure di frontiera. La storia non è ancora finita». La mostra è accompagnata da una prestigiosa edizione, pubblicata da Carlo Cambi Editore, di taglio interdisciplinare. Più che un catalogo è un libro che racconta la storia del cappello - o le vicende personali legate ad esso - vista da varie figure, tra cui un noto scrittore (Andrea Camilleri), un critico d'arte contemporanea (Maurizio Vanni), uno psicanalista junghiano (Giancarlo Magno), un attore, scrittore e regista di opere teatrali (Roberto Scarpa), un attore professionista (Antonio Petrocelli), e l'ex ministro e attuale Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, il professor Antonio Paolucci. (nella foto cappello fiocco di Salvatore Cipolla)