«Non è il nudo l'aspetto peggiore della Tv»
La popstar, denunciata da una telespettatrice, è stata sommersa di contatti sul suo sito Internet
L'esibizione di Janet Jackson durante la diretta del Superbowl, mentre negli Usa ha provocato una serie di drastiche contromisure finalizzate ad evitare future emulazioni, in Italia sta suscitando riflessioni e polemiche, derivanti dalla comparazione tra il nostro piccolo schermo e la realtà americana. La platea televisiva italiana oramai convive con l'esposizione delle grazie femminili in Tv ed il nudo, molto sovente, fa capolino anche durante la fascia oraria protetta. Comprese le scene ad alta carica erotica contenute in fiction popolari che vanno in onda in prima serata. L'occasione del gesto di Janet Jackson (che ieri ha avuto un primo seguito legale con la denuncia da parte di una telespettatrice del Tennessee, che ha chiesto un risarcimento miliardario per «la sofferenza psicologica subita», mentre il sito Internet della cantante è stato intasato da navigatori alla caccia della foto incriminata) ha costretto la Tv italiana del voyeurismo e delle volgarità in prima serata a riflettere su se stessa. Quella Tv che è riuscita, con fatica, ad accettare persino il nudo integrale, registrato, della Lucia dei Promessi Sposi dinanzi alle telecamere di Canale 5, visto da sette milioni di spettatori, adesso fa un parallelo con quanto accaduto negli Usa e, nel difendere l'importanza della diretta, non esita a ritenersi migliore. Drasticamente critica contro un'ipocrisia tutta americana che incorona l'apparenza come valore fondamentale della società, è Irene Pivetti. L'ex Presidente della Camera, oggi conduttrice di «Bisturi, nessuno è perfetto» su Italia Uno, reality show che consente a signore comuni di rifarsi il seno, mostrando le varie fasi dell'intervento chirurgico in video, puntualizza: «Noi italiani, pur essendo profondamente cattolici, siamo in grado di metabolizzare in maniera più adeguata le diversità della Tv, scandalizzandoci di meno. Motivi etici e morali dovrebbero impedire ai network statunitensi la messa in onda di talk show e programmi nei quali la violenza, l'insulto ed il voyeurismo sanguinario, regnano invece sovrani». «Se gli americani temono gesti inconsulti da parte dei protagonisti della Tv fanno bene ad esercitare la censura preventiva», afferma Vittorio Sgarbi che non è tenero nei riguardi del piccolo schermo made in Italy. «Almeno oltre oceano la Tv mostra di avere una linea di condotta ben precisa, che invece la nostra non ha. Non guardiamo i fatti degli altri, riflettiamo, invece, sull'assoluta mancanza di idee che caratterizza il nostro piccolo schermo», infierisce l'ex sottosegretario ai Beni Culturali. «Non sono preoccupato per la presenza del nudo nella nostra Tv ma per la violenza in prima serata ed i cattivi esempi comportamentali che purtroppo può ispirare», afferma Raffaele Morelli, psicologo, direttore della rivista Riza Psicosomatica, consulente delle trasmissioni di Maurizio Costanzo. «Quella americana è una cultura contraddittoria che non esita a mostrare morti ammazzati e scene di violenza, ma si scandalizza per un seno nudo», conclude Morelli. «Siamo in presenza di un puritanesimo da clima pre-elettorale ridicolo ed inconciliabile con la violenza da cui è contraddistinta la Tv americana», afferma Antonella Clerici. «Le sterili polemiche hanno giovato soltanto alla Jackson che è riuscita a suscitare un polverone. Fortunatamente, in Italia siamo più seri» conclude la conduttrice de «La prova del cuoco».