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SI RISCHIAVA quasi una seconda battaglia di Reggio.

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Anche questa volta il no della Calabria ha vinto. No alla clonazione dei Bronzi per esportarli negli States. No ai falsi dichiarati. Oltreoceano i due muscolosi ripescati nel mare nostrum non si andranno in copia, vengano a vederseli in Italia gli yankee col buzzo per l'archeologia. Una questione di Stato. Fatta di polemiche, ricorsi al Tar, controricorsi al Consiglio di Stato, una riunione a Palazzo Chigi convocata dal sottosegretario Gianni Letta che si sarebbe dovuta tenere questa mattina. Contro il ministro Urbani, che propendeva per la duplicazione dei Bronzi, tanto da opporsi a una sentenza del Tar, aveva tuonato, come stupirsi, Vittorio Sgarbi. Ma era un no trasversale, bipartisan, come si dice ora, che riuniva Minniti dei Ds e la vicepresidente della commissione antimafia Angela Napoli, di An, tanto per fare due nomi. Poi è arrivato a far da mediatore il ministro delle Comunicazioni, Gasparri. Tanto bravo a comunicare da convincere il collega Urbani a metterci una pietra sopra, sui Bronzi per finta. Al punto di bloccare la clonazione. «Il ministro ha mostrato sensibilità e attenzione», ha esultato Gasparri. Così ora salutiamo tutti la vittoria delle vere facce di bronzo. (Li. Lom.)

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