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Rivincita degli indipendenti

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Major in calo, a picco Sanremo. Bene solo le piccole etichette

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Sono le classifiche di un anno, fra novità e catalogo, con indicazioni e spunti molto interessanti per capire l'evoluzione e le tendenze del mercato. In linea generale la situazione non sembra entusiasmante, soprattutto in considerazione degli ultimi effetti pirateria-registrazioni domestiche. Prima dell'analisi dei singoli dati e delle relative cifre, emerge una considerazione alla base delle crisi del disco, ovvero il progressivo abbandono da parte delle case discografiche per tutto ciò che concerne l'investimento. Analizzando la Top 100 dell'anno si scopre che il catalogo (compilation e riproposte) incide per il 37%, lasciando alle novità solo il 63%, il che la dice lunga sulla esiguità delle nuove proposte ma anche sulla diffidenza del pubblico, che ormai ha imparato a riflettere molto prima di acquistare. L'altro dato riguarda le etichette indipendenti, che guadagnano terreno sulle major, passando da una quota del 3,7% al 9,1% sul fronte degli album e dal 10,1% al 15,1% per i singoli, uno sviluppo che premia il coraggio dei piccoli discografici penalizzando la cecità artistica delle multinazionali. Valga per tutti il caso di Carla Bruni, lanciata da una piccola etichetta dopo esser stata rifiutata da tutte le grandi. Discorso amaro per il fronte Sanremo, ormai ridotto ad un misero 2% di quota mercato (negli anni d'oro era costantemente sopra al 30%). Basti pensare che una delle due compilation dello scorso anno non si piazza oltre l'ottantasettesima posizione mentre la seconda non compare affatto. La sola consolazione arriva da Sergio Cammariere, autentica rivelazione della scorsa edizione, con le sue 160.000 vendute con «Dalla pace del mare lontano». Venendo alle cifre risaltano le 760.000 di «Tracks» di Vasco Rossi, le 750.000 di «9» di Eros Ramazzotti e via scendendo fino alle 530.000 di «Greatest hits» di Giorgia e alle 420.000 di «The platinum collection» dei Queen. Molto distanziati alcuni campioni d'incasso italiani, autori e interpreti di dischi che comunque hanno venduto molto, fra cui «Cattura» (260.000) di Renato Zero, «Giro d'Italia» (250.000) di Ligabue e «Buona vita» (250.000) di Gigi D'Alessio.

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