di LUCIANA VECCHIOLI PER sceglierne una quarantina, sulle quali hanno lavorato per la ...

Un lavoro certosino (che ha escluso a priori quelle su Pierino, i matti, i carabinieri e la politica), su una mole di materiale quasi inesauribile, continuamente adattabile e riciclabile. Barzellette: patrimonio sotto gli occhi di tutti, dal quale attingere a piene mani. L'idea di sfruttare un filone sino ad ora inesplorato da un punto di vista cinematografico, è venuta ai fratelli d'oro del cinema italiano, Carlo ed Enrico Vanzina, che ci hanno realizzato un film, dal titolo, per l'appunto, «Barzellette». Pellicola che promette valanghe di risate e divertimento, nelle sale da giovedì, con un cast di attori comici di rango. Gigi Proietti, Carlo Buccirosso, Enzo Salvi, Biagio Izzo, Max Giusti, Vito, i Fichi d'India, Chiara Noschese. «Veramente l'input ci è arrivato da Proietti che è un infaticabile raccontatore di barzellette - dicono i Vanzina, tornati dopo «Il pranzo della domenica» al genere comico, rivelando però di aver avuto qualche difficoltà nel casting perchè molti nomi noti del cinema italiano, con fare snob, hanno rifiutato una parte nel film giudicato troppo leggero per i loro gusti - Avevamo anche contattato Totti per le tante storielle che giravano sul suo conto, poi invece ha fatto il libro». Ma i figli di Steno pensano al sequel? «Perchè no? Se venisse accolto bene dal pubblico avremmo pensato ad un seguito con barzellette a tema, oppure con attori stranieri, oppure inserendo dei cartoni animati, tipo Roger Rabbit». Per un famoso barzellettiere come Gigi Proietti («in pubblico credo di averne raccontate in tutta la mia carriera tre o quattro, in privato a centinaia»), l'occasione è stata unica. «Mi sono divertito da matti - confessa l'attore - in alcuni casi anche emozionato. Fantastico poter diventare parte integrante di una storiella che avevo raccontato decine di volte». Non aveva mai pensato ad un film del genere? «Tanti anni fa. L'idea era di costruire la vita di un individuo attraverso le barzellette, dalla nascita alla morte. Poi non se ne fece nulla». Questo è un film destinato al grande pubblico. Spesso però ciò che è popolare scade nella volgarità. Anche in questo caso? «Assolutamente no. Poi cos'è la volgarita? A mio avviso alcuni atteggiamenti di politici spesso nocivi ed immorali. Ognuno ha il suo metro di misura. Nel "Romeo e Giulietta" di Shakespeare, qualcuno ci ha contato 168 doppi sensi a sfondo sessuale, che traducendo dalla lingua inglese si cerca di smussare. Eppure nessuno dice che è volgare». Perchè piacciono tanto le barzellette? «Mica a tutti, Secondo me ci sono tre categorie: chi le ama, chi le odia perchè non le capisce e chi fa finta di non amarle perchè fa fino. Gli ultimi sono i peggiori». 2004: quarant'anni di carriera. Come li festeggerà? «Con un one man show al Teatro Brancaccio di Roma, verso la fine di aprile, ambientato in una sala di registrazione, "Recording" il titolo provvisorio».