MICHELE Miglionico gioca a vestire la Barbie il giorno del suo "wedding party"; la polacca Ewa Minge ...
Paolo De Nardis. Il milanese 32enne Matteo Thiela usa solo il nero per un look minimal-monacale; il greco Angelo Bratis, trasferitosi da un anno a Roma per affiancare Guillermo Mariotto alla Maison Gattinoni, fa arrampicare su una scala d'acciaio sei modelle strette in capi dai colori accesi, fatti con tessuti vintage, vecchi pizzi che si combinano a seta e cotone, tagli asimmetrici e circolari. Anche l'ultimo giorno di passerelle all'Auditorium è stato all'insegna del di tutto-di più. Se la vera alta moda è poca, la fantasia trionfa! Inaspettata standing ovation per il libanese Abed Mahfouz, che dedica la sua seconda collezione couture alla consorte del premier, Veronica Lario Berlusconi. E manda in pedana due modelle 16enni di nome Veronica, coperte dalle bandiere italiana e libanese sulle note dei rispettivi inni. Solo jeans, short e tutine per donne dai fisici perfetti da Ewa Minge. Paolo De Nardis, prof. Di Sociologia all'Università La Sapienza, esulta: «Il jeans è simbolo di eterna giovinezza, l'esperanto dell'abbigliamento, linguaggio universale che unisce uomini e donne di qualsiasi ceto sociale e religioso. Nel jeans si legge la simbologia della modernità e della ribellione, della contrarietà alla falsità salottiera e alla regola sociale. È il simbolo assoluto della nostra libertà e genuinità». Ed ecco jeans intarsiati di chiffon e metallo, declinati nei colori azzurro e oro, gonne corte o lunghe, senza mezze misure, applicazioni di pelliccia, lavorazioni ad uncinetto per uno stile vagamente barbaro. Tutte scalze le modelle del 32enne milanese Thiela che si muovono al suono del violino di Roberto Zibetti, divo di «Incantesimo». Tutte le sfumature del rosa per le modelle che scimmiottano la Barbie, la bambola più sexy e amata del mondo. Miglionico, che si è divertito a vestire e svestire la Barbie usando il guardaroba di Jaqueline Kennedy Onassis rivisitato in chiave moderna, ha usato tessuti vintage originali anni '60, frutto di una ricerca in botteghe di antichi tessuti.