«Natale in India», un boom da provincia

Mentre l'industria cinematografica si interroga sulle ragioni della crisi del settore, il cinema italiano conosce dopo tanto tempo, anche se tra mille difficoltà, un momento d'oro. La lista dei film a produzione tricolore, con incasso superiore al milione di euro, sono stati l'anno scorso 21, cinque in più rispetto al 2002. Il gruppetto ha rastrellato l'86% dei soldi provenienti dai biglietti di chi ha scelto una pellicola di casa nostra. Questo vuol dire che sempre più pubblico ha ripreso ad amare le produzioni nazionali. Nell'elenco dei titoli c'è di tutto, lavori considerati di qualità e film di puro intrattenimento. «Natale in India» ovviamente al primo posto, seguito a ruota da «Il paradiso all'improvviso», «La finestra di fronte», «Ricordati di me», «Natale sul Nilo», «Ma che colpa abbiamo noi», «The dreamers», «Io non ho paura», «Caterina va in città», fino al più impegnativo «Cantando dietro ai paraventi». Andando a spulciare più a fondo tra i numeri delle maggiori città, troviamo anche sorprese. Il famigerato e criticato «Natale in India» ad esempio, commedia trash per antonomasia, è maggiormente gradito a chi abita in provincia. A Roma città, dal giorno della sua uscita al 31 dicembre, lo troviamo, nella classifica generale complessiva, compresi gli stranieri, solo al 14° posto con 131 mila presenze. Se aggiungiamo i centri della provincia, saliamo invece al 9° posto con 224.000 spettatori. Stessa sorte a Milano, dove nello stesso periodo si assesta al 42° posto con 32 mila biglietti staccati. Aggiungendo l'hinterland invece la puntata della saga natalizia arriva al 23° con 130 mila poltrone occupate. Solo a Napoli, il film di Neri Parenti entra nella top ten, anche se all'ultimo gradino. Sapete qual è stato il 25 dicembre il film più visto ed in quale sala ha fatto il tutto esaurito per l'intera giornata? Naturalmente l'ultima fatica della coppia Boldi-De Sica, al Politeama di Terni, con 1300 posti a sedere. Ma chi troviamo nella classifica dei primi dieci? Presenze comuni nei tre centri maggiori: «La finestra di fronte» di Ferzan Ozpetek, «Ricordati di me» di Gabriele Muccino, «Ma che colpa abbiamo noi» di Carlo Verdone. Naturalmente nella città partenopea entra a grande forza anche «Ho visto le stelle» del napoletano Vincenzo Salemme. Tuttavia, sempre meno italiani vanno al cinema, i film preferiscono vederli in dvd (sempre di più) o in vhs, da comprare o noleggiare in compagnia di amici o famigliari. L'home video ha superato nel 2003, in termini di incasso, il mercato della sala. Nonostante tutto aprono nuovi multiplex dove vengono proiettate a maggioranza pellicole a stelle e striscie, chiudono invece le monosale. La pirateria spadroneggia con un giro d'affari da capogiro. La televisione generalista (Rai- Mediaset-La 7) trasmette sempre meno film, «Preferisce la fiction, più economica, ed ogni puntata può essere imbottita di spot pubblicitari» dice il presidente dell'associazione dei produttori Aurelio De Laurentiis. Aumentano le opere finanziate dallo Stato, calano quelle private e le coproduzioni. Di circa 90 cortometraggi realizzati, solo 29 sono riusciti ad arrivare sul grande schermo. I film importati crescono, soprattutto quelli Usa. Questo, in sostanza, il significato dei dati presentati ieri all'Anica dal presidente Gianni Massaro, che ha illustrato alla stampa i risultati dell'attività cinematografica italiana dell'anno appena terminato. «Il quadro non è proprio confortante» si rincorrono a dichiarare i responsabili dei vari settori, dai distributori ai titolari delle sale. «C'è un sistema da riformare, qui tutti vivono e sopravvivono secondo i propri egoismi. Bisognerebbe mettersi intorno ad un tavolo e discuterne seriamente, altrimenti rischiamo di essere messi in ginocchio al pari dell'industria discografica» insiste De Laurentiis.