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BUON sangue non mente.

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Niente emozione, nessuna paura e nessun inciampo sui tacchi per la giovane Anna, che ha chiuso la collezione di Camillo Bona indossando il più candido e romantico degli abiti da sposa. E non ha sfigurato nemmeno uscendo in pedana dopo la mamma, nota per le sue movenze teatrali che fanno spettacolo. È stata proprio Pat che, soffiandole un bacio, l'ha invitata in passerella. Per averle in coppia, mamma e figlia, il buon Camillo Bona ha sborsato 20mila euro. Il mondo di Bona è pura couture: purezza di stile, dettagli curatissimi, rigore sartoriale. I 30 abiti si ispirano al «genio dell'impossibile» Antonio Gaudì. Le cromie delle architetture catalane rivivono tra seta, chiffon, lino, in abiti che narrano la Spagna d'inizio secolo, collane in coralli e perle, pettini sugli austeri chignon. Lane e lini sono lavorati double; sottili budellini di chiffon compongono disegni floreali. I tubini da cocktail in lino decorato hanno dettagli di madreperla. Nella sezione Next-Couture colpisce nel segno lo stilista sardo 23enne Silvio Betterelli, pluripremiato e selezionato al Mittelmoda. Il talento emergente ha proposto al sua idea della nuova alta moda, intrisa di ricordi della sua terra, ex-voto, canti, preghiere, processioni. Ha privilegiato il lino, tessuto naturale difficile da lavorare perchè tende a sgualcirsi. Ha destrutturato e ricomposto i capi base in una sorta di cubismo stilistico, che ricorda la genialità di Jean Paul Gaultier. Giacche, gonne, pantaloni e camicie sono doppiati, sovrapposti. Una manica può essere attaccata sotto un orlo; la gonna in lino nero doppiato in rosso, si porta sui pantaloni larghi sulle cosce e chiusi da bottoni alle caviglie, come quelli degli antichi costumi sardi. Gab. Sas.

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