di CRISTIANO DEL RICCIO WASHINGTON — Trionfo per la terza parte della saga de «Il signore degli anelli».
Gli Oscar hanno premiato con una pioggia di undici candidature «Il signore degli «nelli: il ritorno del re» ma hanno ignorato i suoi attori. Lo stesso destino è toccato ad altri due film epici. «Master and commander» ha ottenuto dieci nomine agli Oscar ma il suo protagonista Russell Crowe è stato snobbato dalla Accademy. E la storia del cavallo «Seabiscuit», pur conquistando sette candidature, non ha ottenuto alcun riconoscimento per i suoi interpreti. La cinquina dei migliori film è completata dal sottile «Lost in translation» della figlia d'arte Sofia Coppola e dal drammatico «Mystic river» di Clint Eastwood. La timida Coppola è in lizza per ben tre Oscar come sceneggiatrice, regista e produttrice di «Lost in translation». La Coppola è diventata la terza donna (e la prima americana) ad ottenere una nomina per la regia agli Oscar. Il tabù era stato infranto nel 1976 dall'italiana Lina Wertmuller («Pasqualino settebellezze») e quindi nel 1983 dalla neozelandese Jane Campion («Lezioni di piano»). Tra i grandi delusi c'è un altro film epico, «Ritorno a Cold Mountain», la pellicola portabandiera della Miramax. Non è stato incluso nella cinquina dei migliori film, il suo regista Anthony Minghella è stato ignorato (battuto dal brasiliano Fernando Meirelles, «City of God»), la protagonista Nicole Kidman è stata snobbata dalla Academy. Il regista dell'"anello" Peter Jackson (battuto il primo anno e ignorato il secondo) è il netto favorito stavolta alla conquista della sospirata statuetta di miglior direttore. I suoi rivali sono Eastwood, la Coppola, Peter Weir («Master and commander») e il brasiliano Meirelles (appunto, «Città di Dio»). Le scelte della Academy per le migliori interpretazioni hanno presentato qualche sorpresa. La maggiore è la candidatura della tredicenne Keisha Castle-Hughes, protagonista de «La ragazza delle balene», nella categoria maggiore al fianco di Diane Keaton («Something's gotta give»), Cherlize Theron («Monster»), Naomi Watts («21 grammi») e Samantha Morton («In America»). In campo maschile i grandi delusi sono Russell Crowe e Tom Cruise che si sono visti soffiare il posto dal divertente Johnny Depp del disneyano «La maledizione della prima luna». Gli altri candidati sono Sean Penn («Mystic river»), Bill Murray («Lost in translation»), Jude Law («Ritorno a Cold Mountain») e Ben Kingsley («La casa di sabbia e nebbia»). La cinquina degli attori non protagonisti vede in lizza Alec Baldwin («The cooler»), Benicio Del Toro («21 Grammi»), Djimon Hounsou («In America»), Tim Robbins («Mystic river») e Ken Watanabe («L'ultimo samurai»). Per la Academy le migliori interpretazioni femminili, come non protagonista, sono state quelle dell'iraniana Shohreh Aghdashloo (la moglie silenziosa di Kingsley in «La casa di sabbia e nebbia»), Patricia Clarkson (la madre malata di cancro di «Pieces of april»), Marcia Gay Harden («Mystic river»), Holly Hunter («Thirteen») e Renee Zellweger («Ritorno a Cold Mountain»). Grande favorita è la Zellweger, alla sua terza candidatura (è un record) in tre anni. Oscar deludenti anche per il cinema italiano. Il candidato ufficiale dell'Italia, «Io non ho paura» di Gabriele Salvatores, non è entrato nella cinquina del miglior film straniero, composta dai film canadese, giapponese, olandese, svedese e della Repubblica Ceca. E nomi italiani sono assenti quest'anno anche da categorie specializzate, come le scenografie e i costumi, che in passato avevano regalato numerose candidature al cinema italiano. Una cosa che non accadeva dal 1984. I vincitori degli Oscar saranno annunciati il 29 febbraio a Los Angeles durante una cerimonia anticipata di un mese rispetto alla scadenza tradizionale.