di DARIO SALVATORI IL 30 gennaio uscirà «Perle», nuovo album di Gianna Nannini, anticipato ...
Fin qui nessuna sorpresa. Tanto più che anche il tredicesimo brano, «Amandoti», è di fatto, una canzone già edita, ripescata dalla Nannini nel repertorio dei CCCP e scritta da Giovanni Lindo Ferretti. In realtà, come spesso accade nelle cose che la riguardano, c'è un pensiero lontano che non colloca questa pubblicazione fra le prevedibili compilations. «Ho ascoltato per la prima volta questo brano durante una rappresentazione dei Dionisi, un gruppo teatrale milanese, e me ne sono innamorata» afferma la cantante «e soltanto in un secondo tempo ho appreso che si trattava di una composizione di Giovanni Lindo Ferretti, che considero uno dei massimi poeti musicali contemporanei. È una storia d'amore, un autoscatto da regalare al partner come simbolo del proprio sentimento». Di autoscatti ce ne sono stati tanti nella vita di Gianna Nannini, quasi tutti esposti come scelta di vita, talvolta come complicanze esistenziali. La nascita in una delle delle più esposte famiglie senesi, la ribellione adolescenziale, lo studio del piano, la rinomata pasticceria di casa, un brutto incidente ad una mano, la fuga a Milano, l'incontro con quel barlume di cultura underground, l'amore disperato per Eugenio Finardi. Tutto questo ha un senso fino al debutto discografico, anno 1976, poi prevale un insensato mix di passione e provocazione, libertà e ironia e, addirittura, notevole per una cantautrice, una buona padronanza nell'uso della voce, confermando di essere fra i pochi artisti capaci di adattare bene la lingua italiana al rock. A Siena, la sua città, venerano Santa Caterina, ma pochi conoscono Caterina Benincasa, rivoluzionaria nata, capace di far tornare il papa da Avignone, una donna ricca di ideali che ai nostri giorni sarebbe in galera, tanto era amante della verità. La scrittrice Barbara Alberti nel 1991 dedicò alla cantante un libro agiografico. «Quando nacque si levò l'urlo più acuto che mai si fosse udito dai tempi di Santa Caterina» scrisse la Alberti in preda ad un ballo di San Vito saggistico. Era nata una bambina, la chiamarono Gianna. L'urlo giunse fino alla chiesa di San Domenico, svegliando i Santi addormentati nei loro dipinti. Santa Caterina disse: - Eccola, è lei. Finalmente è nata la fanciulla che verrà a liberarmi. Eppure anche nei momenti di grande popolarità, toccata alla fine degli anni Ottanta con canzoni come «Avventuriera», «Fotoromanza», «Profumo»; e «Bello e impossibile», la Nannini, pur avendo tutto come artista, si rese conto che un pensiero aveva cominciato a tormentarla: c'è qualcosa di volgare nel successo. Intanto è pronto il nuovo tour. Parte il 16 febbraio da Terni e il giorno dopo a Roma all'Auditorium: la Nannini vuole ancora togliersi delle soddisfazioni.