PARIGI — «Yoùre so vain», sei così vanitosa, cantava Carly Simon negli Anni '70 e Valentino ha scelto ...
Terzo giorno di sfilate, con i colori colori di Ungaro, i corsetti alla samurai di Gaultier e, in serata, i modelli di Valentino. Una collezione molto bella, forse una delle più belle della maison negli ultimi anni. Una sfilata ispirata, di quelle che scivolano veloci e che sembrano brevi: invece erano ben 46 gli abiti in passerella (nessun pantalone) quasi tutti indimenticabili. L'essenza dell'alta moda è proprio la vanità. Se ancora il pret-a-porter finge di avere qualche aggancio con la necessità pratica del vestire, la haute couture confessa, senza ritegno, tutta la sua effimera vanità. Questa è la sua forza. E Valentino è anche uno dei pochi che ha ancora il coraggio di fare una collezione completa di alta moda, con tanto di abiti da matinee, da pomeriggio, da cocktail. Mentre tutti gli altri couturier si rifugiano ormai solo nella gran sera, egli accompagna la ricca signora lungo tutto l'arco della giornata: per la mattina, ecco la vanità di un elegante e smilzo soprabito in pied-de-poule bianco e nero con l'orlo a godet, accompagnato da una borsa di vernice candida e da scarpe bicolori. Valentino è anche il couturier che difende la distinzione tra cocktail, mezza sera e gran sera: ecco allora gli abitini al ginocchio, incantevoli, perfetti. Come quello di seta verde stampata a fiori avorio, o l'altro, di incredibile preziosità, in tulle completamente ricamato di cristalli e di coralli. Il pezzo più caro della collezione (125 mila euro, per chi si vuole togliere lo sfizio) è un completino da sera in tulle nudo, ricamato di cristalli, con giacchino, bolero e gonna. Quando in passerella arriva la gran sera, applausi per il lungo abito in seta a stampa galouchat, molta approvazione per il maestoso vestito a grandi pois bianchi su fondo nero con coprispalle di pizzo e grande sbuffo sul fianco. Seta ratzmir, mussola, coralli, grandi collari di perle e ametiste: il finale è un trionfo, mentre l'ultima modella in rosa si ammira allo specchio. Per creare questa incredibile collezione hanno lavorato 50 operaie per due mesi e mezzo, parola di Valentino. Colorata e seducente l'alta moda di Emanuel Ungaro. Mentre è «giallo» da Givenchy, dove la collezione viene data come l'ultima dello stilista Julian Mac Donald per la maison.Fonti interne hanno confermato che Mac Donald è sul piede di partenza perchè i risultati economici del suo lavoro non hanno soddisfatto il gruppo Lvmh. In arrivo, ma sono solo voci, potrebbe essere Alber Elbaz, attuale stilista di Lanvin, ex delfino di Yves Saint Laurent. Altra storia da Ungaro. Il maestro del colore e della seduzione femminile ha messo in scena una piccola performance, con 25 modelle e altrettanti abiti da sera. Microvestiti drappeggiati stretti sul corpo in seta fantasia, dei pantacollant completati da fascinosi piccoli pepli pervinca, dei lunghi vestiti a fiori che esplodono in una corolla di tulle sulle spalle, dei meravigliosi sciolti kimono ricamati.