Meglio un «taglio» che un bond
Nel bel mezzo della tempesta Parmalat, uno dei porti sicuri che sembra garantire un buon guadagno nel medio-lungo termine come bene-rifugio è quello dell'investimento in opere d'arte. A patto che siano quadri e sculture importanti e di qualità. La conferma di questa aspettativa dovrebbe giungere dalla ventottesima edizione dell'Arte Fiera di Bologna che si apre al pubblico oggi per essere visitabile fino a lunedì. Questa grande manifestazione mercantile è diventata più ampia ed ambiziosa: quest'anno vi partecipano 251 gallerie italiane e straniere disseminate lungo trentamila metri quadrati di spazi espositivi. Due pregevoli eventi culturali danno lustro ad Arte Fiera: la mostra «Tales of the city» sulla vivacissima arte contemporanea britannica e l'esposizione «The Balkans-a Crossroads to the Future», dedicata all'arte dei Balcani e curata da Harald Szeemann, già Direttore delle Arti Visive alla Biennale di Venezia. Inoltre partecipa per la prima volta ad Arte Fiera con un suo stand la Fondazione Quadriennale di Roma, che presenta i cataloghi e i video che documentano le due «Anteprime» di Napoli e di Torino. Silvia Evangelisti, responsabile artistico di Arte Fiera, ci spiega le aspettative che circondano l'evento: «È il momento della verità. Le fiere di Torino e Colonia, a fine anno, non sono andate bene dal punto di vista delle vendite mentre ad ottobre era stata positiva quella di Londra. Intorno a Bologna c'è un cauto ottimismo e forse l'arte contemporanea sarà definitivamente vista come un bene-rifugio sicuro. Quest'anno c'è un rilancio della pittura, di tutte le tendenze, che gareggia anche per numero con i video e le istallazioni». Le star del 2003 nella crescita delle quotazioni sono state Piero Manzoni (un suo «Achrome» del 1959 è stato aggiudicato a Londra, in ottobre, per 879 mila sterline), Marino Marini (un suo «Cavaliere» del 1953 ha raggiunto la cifra record di 1,8 milioni di sterline), Pino Pascali (il «Cannone semovente» è stato acquistato per 1,5 milioni di sterline), oltre alla conferma di Lucio Fontana che era esploso già l'anno precedente (un taglio veramente importante può superare i 500.000 euro). Vediamo allora quali sono gli artisti su cui puntare per il 2004. Si prevede una forte crescita della scultura: fra i nomi ancora sottovalutati spiccano quelli di Leoncillo, Pietro Consagra e si attende una crescita delle opere di Fausto Melotti (si parte dai 20-25 mila euro), Arnaldo Pomodoro (la sua «Sfera 10» del 1966 è stata aggiudicata a 189 mila euro) e Gio' Pomodoro. Nell'ambito del futurismo, le opere pregevoli e raffinate di Giacomo Balla valgono ancora molto di meno di quelle degli artisti francesi delle avanguardie storiche ed è ancora conveniente spendere 300-400 mila euro per un suo quadro, così come lo è investire 250 mila euro per una tela di Gino Severini degli anni Venti. Forse riserverà qualche sorpresa anche il cosiddetto secondo futurismo, con prezzi compresi entro i 20-30 mila euro e con nomi come quelli di Fillia, Tullio Crali, Farfa. Non hanno ancora raggiunto le quotazioni che meritano due artisti storici come Mario Sironi e Filippo De Pisis, di cui si possono acquistare pregevoli opere con una cifra compresa fra i 40 e gli 80.000 euro. Nell'ambito della pittura astratta e informale è cresciuto parecchio Afro («Porto delle galere» , del 1958, è stato aggiudicato per 477 mila euro) ma ha ancora molte potenzialità, mentre si attende una crescita di Tancredi, Dorazio e Turcato (si può acquistare una sua opera importante con meno di 10 mila euro). Né vanno dimenticati Emilio Vedova, con prezzi compresi fra i 30 mila e i 250 mila euro e Alberto Burri, in prevedibile salita (un «Sacco combustione» del 1953 è stato aggiudicato a 341 mila sterline) E poi ci sono i giovani, con prezzi che vanno dai 2500 agli 8 mila euro. In questo campo, se si fa l'acquisto giusto, l'investimento può essere in breve tempo moltiplicato. Ma il campo è minato e per questo i collezionisti dovrebbero comprare solo le o