Ricci corsaro, Bonolis telepredicatore
Due verità contrapposte, raccontate, spiegate e urlate ai telespettatori per quasi un'ora. Da una parte la confessione del telepredicatore Bonolis che con gli occhioni cerulei piantati nella telecamera ha difeso il suo «gioco vero» e «normalissimo», spiegando al pubblico, come un maestro elementare desideroso di inculcare negli scolari le tabelline, che i premi «vengono pagati dalla Rai e dalla Endemol Italia», i concorrenti «non sanno quello che c'è nei pacchi», e «alcuni partecipanti sono comparse, ma questo non inficia il gioco». Insomma tutto ok. Bonolis poi ha respinto l'accusa di truffa brandendo una pagina del codice penale e svelato quello che non è un segreto per nessuno ormai: Ricci lo ha attaccato ferocemente perché battuto per la prima volta. Sull'altro fronte, il corsaro Ricci con i i suoi sgherri Greggio e Iacchetti ha perpetuato il j'accuse sui concorrenti di Bonolis «mezzi artisti e mezze comparse» sconvandone due con raccomandazioni «politiche». Il presidente Mediaset Confalonieri alla fine sbuffa: «Ricci e Bonolis si diano una calmata, cominciano a stufare». Ma quello più infastidito è il dg Rai Cattaneo (rimasto nel suo ufficio), Bonolis infatti doveva parlare 10 minuti e ha sforato di venti: «Basta, la faccenda per me è chiusa. D'ora in poi Bonolis deve stare nei tempi per rispetto del telespettatore e dei colleghi». Vediamo se il verdetto odierno degli ascolti gli farà cambiare idea.